Ex senatore De Gregorio respinge le accuse: “Io innocente”

Silvio Berlusconi alza il braccio a Sergio De Gregorio in segno di vittoria
Silvio Berlusconi e Sergio De Gregorio in un'immagine di archivio (Ansa/Fusco)

ROMA. – Tre ore per raccontare la sua versione, per respingere le accuse sulle estorsioni e sul riciclaggio del denaro. L’ex senatore Sergio De Gregorio, arrestato il 3 giugno scorso assieme ad altre otto persone su richiesta dei pm della Dda di Roma, ha affrontato oggi l’interrogatorio di garanzia davanti al gip della Capitale rispondendo alle domande e dichiarandosi innocente.

“Io con tutto questo non c’entro, verificate assegni e passaggi di denaro – ha sostanzialmente detto l’ex parlamentare -. E’ tutto tracciabile, non c’è nulla di illecito nelle mie condotte”.

La procura di Roma gli contesta di essere a capo di un gruppo criminale che per anni ha drenato soldi da commercianti e titolari di bar della Capitale con minacce e violenze e il reimpiego di circa 480 mila euro frutto dell’attività estorsiva. Denaro che poi veniva investito in società create ad hoc.

“I bonifici utilizzati per operazioni di finanziamento delle società sono stati fatti in modo corretto, è tutto verficabile”, si è difeso De Gregorio, assistito dagli avvocati Carlo Fabozzo e Viviana Minghelli, che potrebbero presentare istanza al Riesame per chiedere di attenuare la misura cautelare. Nell’ordinanza di arresto il gip però descrive De Gregorio come personaggio di “caratura criminale e scaltrezza davvero eccezionale”.

Per gli inquirenti è “punto di riferimento indiscusso” del gruppo criminale. Una sorta “di stratega, sempre pronto a ‘sistemare’ le cose. E’ lui che risolve le questioni sorte all’interno della banda e che suggerisce ogni volta le strategie difensive”. E’ “recidivo – aggiunge il gip – avendo riportato, tra l’altro, condanne per corruzione in atto contrario ai doveri d’ufficio”.

Il meccanismo creato dal gruppo andava avanti dal 2016 quando ad essere preso di mira è stato il titolare di un bar. Le minacce erano esplicite: “Vuoi tenere aperto questo bar o no? Vuoi che torniamo domani mattina e ti mettiamo i sigilli?”, le parole rivolte da uno degli arrestati alla presenza dello stesso De Gregorio, per “rafforzare i propositi” e il suo “ruolo di mandante”.

Obiettivo era ottenere 80 mila euro da convogliare nelle attività commerciali di cui l’ex parlamentare, assieme ad un altro indagato, era titolare occulto.

(di Marco Maffettone/ANSA)

Lascia un commento