Lagard: “Si risale da fondo”. In Italia spinta dai decreti

Uno stabilimento di bibite dell'industria alimentare.
Uno stabilimento di bibite dell'industria alimentare. (ANSA)

ROMA.  – “Eravamo in fondo alla piscina e stiamo lentamente risalendo verso la superficie”. Il presidente della Bce, Christine Lagarde usa un’immagine ad effetto per descrivere un’economia che ha trattenuto il fiato, rimanendo sul fondo, e ora prova a tornare a respirare. E si dice ottimista “perchè oggi siamo al punto più basso della crisi”.

Per l’Italia a registrare l’effetto ripresa è Bankitalia, che misura l’impatto che i diversi decreti varati dal governo avranno sull’economia ma conferma anche le fosche previsioni per il 2020.

I decreti Cura Italia, Liquidità e ora Rilancio daranno all’economia italiana una spinta superiore a due punti percentuali. La moratoria sul credito e le garanzie sui nuovi prestiti – spiega la banca centrale italiana – sono state “essenziali a scongiurare il materializzarsi di possibili effetti non lineari associati a gravi conseguenze finanziarie, evitando una crisi di liquidità”.

Nonostante questo il Pil a fine anno registrerà un forte calo, all’interno di una forbice che si attesta tra un -9,2 e un -13,1% a seconda dei diversi scenari dell’evoluzione del virus e del contesto internazionale.

L’Italia è ora libera di viaggiare oltre i confini regionali ma nulla è cambiato rispetto all’anticipazione che il governatore Ignazio Visco aveva dato nelle considerazioni finali la scorsa settimana.  Nello scenario base, quello più ottimistico, via Nazionale prevede una graduale ripresa nel prossimo biennio (4,8 per cento nel 2021 e 2,5 per cento nel 2022;).

La ripresa del PIL, dal secondo semestre di quest’anno, sarebbe in larga parte attribuibile al graduale venir meno delle misure di contenimento, alla maggiore domanda estera e alla ripartenza dei flussi turistici.

Il nodo da risolvere è ora quello dei tempi della ripresa. L’indice Caixim che in Cina due giorni fa è salito velocemente ha fatto ipotizzare un rimbalzo a “V”. “Sappiamo adesso, da qualche giorno, o qualche settimana per alcuni Paesi – ha detto Lagarde – , che le misure di confinamento vengono poco a poco rimosse. Gradualmente, l’attività sta ripartendo. (…) Chiaramente i miglioramenti dipenderanno dalla velocità a cui risaliremo la china e dallo sforzo collettivo che siamo tutti capaci di mettere in atto”.

A descrivere come l’Italia fosse sul fondo della piscina sono i dati diffusi dall’Istat sulle vendite al dettaglio e quelli delle entrate fiscali. Quest’ultime sono calate del  4,4% nei primi quattro mesi, con una perdita di gettito di 5,6 miliardi, anche a causa del rinvio di alcune scadenze.

Le vendite al dettaglio, nel periodo del lockdown, hanno subito un crollo che nemmeno il boom dell’e-commerce è riuscito a contenere: la riduzione è stata del 10,5%, rispetto ad un marzo già drammatico. Se si fa il confronto con l’anno prima la riduzione è del 26,3%. Solo i consumi alimentari hanno tenuto.

L’e-commerce è certo stata una risorsa per chi era chiuso a casa. Lo dimostra l’aumento del 27,1% che si confronta con un calo del 16,4% dei grandi negozi e del 37,1% di quelli  più piccoli. Salgono supermercati e discount.

I dati sono ovviamente impensieriscono i commercianti. “Molte aziende, in particolare nei comparti abbigliamento, calzature, mobili e articoli sportivi – afferma Confcommercio – hanno conosciuto in due mesi un sostanziale azzeramento del fatturato, evento che mette a rischio la loro stessa sopravvivenza”.

Confesercenti mette in risalto anche che i dati confermano “un paese più povero, nel quale il risparmio precauzionale potrà portare a un downgrade della spesa sia da un punto di vista qualitativo, sia di quello quantitativo”, con timori per la tenuta soprattutto degli esercizi di vicinato.

di Corrado Chiominto/ANSA)

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