Arte: per il Salvator Mundi un nuovo museo a Riad

Persone ammirano il Salvator Mundi di Leonardo da Vinci messo all'asta da Christie's
Persone ammirano il Salvator Mundi di Leonardo da Vinci messo all'asta da Christie's . EPA/JUSTIN LANE

NEW YORK. – Il Wall Street Journal svela oggi i piani segreti dell’Arabia Saudita per il dipinto più caro della storia. Il Salvator Mundi potrebbe finire in un museo ancora da costruire alle porte di Riad. Secondo la bibbia dell’alta finanza, questo museo farebbe parte di un piano da miliardi di dollari che prevede la realizzazione di almeno 12 nuove istituzioni artistiche.

Il ritratto di Cristo benedicente attribuito a Leonardo, al centro di un giallo sull’identità del suo vero acquirente nel novembre 2017 da Christie’s, è scomparso dalla circolazione dopo l’asta in cui fu battuto per oltre 450 milioni di dollari. Il quadro avrebbe dovuto essere esposto dal settembre 2018 al Louvre di Abu Dhabi, ma quel progetto finì senza spiegazioni su un binario morto tra voci che collocavano il Leonardo sullo yacht da “mille e una notte” dell’uomo forte di Riad, il principe ereditario Mohammed bin Salman.

“Il nuovo ministero della cultura saudita terrà il quadro in magazzino fino a quando non potrà costruire un museo apposta”, scrive il Wall Street Journal citando fonti ben informate. I piani rientrano in una vasta iniziativa per trasformare in dieci anni l’Arabia Saudita in un nuovo polo artistico internazionale nella speranza di attirare turisti e aggiungere almeno 27 miliardi di dollari all’economia del paese.

Il progetto ha un angolo italiano: Stefano Carboni, ex curatore al dipartimento arti islamiche del Metropolitan di New York, è il Ceo della nuova Commissione saudita per i musei. Si sta pensando di costruire un museo di arte occidentale con il Salvator Mundi al centro accanto a un altro museo di arte islamica, ha spiegato al Wall Street Journal: “E’ una questione di percezioni. Cosa direbbe dell’identità saudita se mettessimo quel dipinto su un manifesto?”.

L’ambivalenza su come e dove esporre il Salvator Mundi riflette più ampie tensioni sull’identità culturale del regno nel deserto: il quadro dalla palese iconografia cristiana potrebbe risultare una provocazione in un paese che con orgoglio si considera la culla dell’Islam.

Il nuovo affondo nel mondo dell’arte, sempre secondo il Wall Street Journal, fa parte di uno sforzo per diversificare una economia finora dipendente del petrolio. Regista dell’operazione sarebbe il nuovo ministro della Cultura, Bader bin Abdullah bin Mohammed, a cui il principe ereditario Mbs avrebbe affidato il mandati di rafforzare i legami con il mondo dell’arte internazionale. Bader, che tre anni fa ha fatto la puntata vincente sul Salvator Mundi, ha acquistato di recente alle aste opere di Pablo Picasso, Jean-Michel Basquiat, Yayoi Kusama e David Hockney.

(di Alessandra Baldini/ANSA)

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