Afghanistan: “Mosca premiava attacchi a soldati Usa”

Soldati Usa in Afghanistan
Soldati americani sbarcano in Afghanistan.(Infobae.com)

WASHINGTON. –    L’informativa degli 007 Usa è arrivata per la prima volta sulla scrivania di Donald Trump almeno alla fine del marzo scorso: la Russia ricompensava i militanti legati ai Talebani che si rendevano protagonisti di attacchi mortali alle forze alleate in Afghanistan.

Una vera e propria “taglia” soprattutto per l’assassinio di soldati americani. A rivelarlo é il New York Times, spiegando che l’operazione architettata dal Cremlino é stata condotta da un’unitá segretissima dell’intelligence militare di Mosca, nell’ambito di un piano molto più vasto teso su più fronti a destabilizzare l’America e il mondo occidentale.

Per mesi – riporta sempre il Times – il Consiglio per la sicurezza nazionale della Casa Bianca avrebbe discusso su come rispondere a questa grave situazione, valutando tutta una serie di azioni diplomatiche forti e di sanzioni, ma alla fine ancora nulla sarebbe stato autorizzato e nulla sarebbe stato deciso.

Questo nonostante almeno 20 soldati americani siano stati uccisi in Afghanistan nel 2019.

Se fosse dimostrato che gli attacchi alle forze Usa e della Nato siano stati incentivati da Mosca questo rappresenterebbe una pericolosa ed enorme escalation delle tensioni tra la Russia da una parte e degli Stati Uniti e i loro alleati dall’altra, con le due parti già “in guerra” soprattutto sul fronte del cyberspazio e della disinformazione.

Intanto – riporta sempre il Nyt – il Cremlino respinge le accuse, affermando per bocca di Dimitry Peskov, il portavoce di Vladimir Putin, che Mosca non è stata messa in alcun modo a conoscenza di queste accuse, nè da Washington ne’ da altre capitali dei Paesi Nato. Bocche cucite per ora al Pentagono e dei vertici dei talebani.

La vicenda è comunque destinata a gettare ulteriori ombre sui rapporti di Donald Trump con la Russia, con il presidente americano che, nonostante le tensioni, ha continuato ad avere un atteggiamento accomodante nei confronti del Cremlino, a dispetto dai consigli del segretario di Stato Mike Pompeo e dei falchi  della sua amministrazione.

Il raggiungimento della pace in Afghanistan e il ritorno delle truppe Usa a casa è una delle promesse simbolo della campagna per la rielezione del tycoon alle presidenziali di novembre.