Spagna, in aumento le richieste venezuelane di asilo

Spagna, stando al rapporto di Easo, è il terzo paese in numero di richieste di asilo
Spagna, stando al rapporto di Easo, è il terzo paese in numero di richieste di asilo

BRUXELLES – Venezuelani in cerca di asilo. È cresciuto in maniera esponenziale, in numero di venezuelani che hanno fatto richiesta di asilo in Europa. È quanto emerge dal rapporto annuale dell’European Asylum Support Office (Easo). L’Agenzia Ue per l’asilo, con sede a La Valletta (Malta), fu creata il 19 maggio del 2010. E divenne pienamente operativa, come ente indipendente e specializzato, a metà del 2011.

Nel suo rapporto, Easo segnala che la migrazione irregolare sulla rotta del Mediterraneo centrale è in calo. In forte aumento, invece, il numero di cittadini sudamericani richiedenti protezione internazionale . In generale, le richieste di asilo, per la prima volta dal 2015, tornano a crescere. Nel 2019 sono state 740mila, un incremento dell’11 per cento sull’anno precendente. L’agenzia europea attribuisce questa crescita al boom di domande presentate soprattutto da cittadini venezuelani. In generale, comunque, dall’analisi dei dati pubblicati nel rapporto, emerge una inquietante realtà: è in grande aumento la richiesta di asilo di cittadini latinoamericani.

In testa alla triste classifica si confermano i siriani e gli afghani, che scappano dalla violenza della guerra. Al terzo posto, quindi, si piazzano i venezuelani con 46mila richieste. La ragione di questa crescita costante ed accelerata è da attribuire alla repressione che, in Venezuela, ormai non fa distinzione tra settori della società; alla persecuzione politica, che ha obbligato all’esilio deputati e leader di partiti d’opposizione;  e alla crisi economica che si somma a quella istituzionale. I dati di Easo riflettono una realtà che alcuni dotti analisti in Italia e altrove ancora si rifiutano ad accettare.

Le domande di asilo, per oltre la metà, si concentrano in Germania (165mila 615), Francia (117mila 795) e Spagna (117mila 795). A distanza seguono Grecia (77mila 275) e Regno Unito (44mila 835). L’Italia, con le sue 43mila 770 richieste d’asilo (27% rispetto al 2018), per la prima volta negli ultimi 5 anni non è più tra i primi 5 paesi d’accoglienza.

Spagna, un aumento del 100%

Le domande di asilo in Spagna sono aumentate di oltre il 100% rispetto al 2018.  L’agenzia dell’Eu attribuisce questo incremento alla crescita di domande d’asilo di cittadini sudamericani. In particolare, dei venezuelani. Tanti, tra quest’ultimi, sono giovani di origine italiana che, per ragioni prettamente giuridiche, non possono acquisire la cittadinanza dei genitori o dei nonni.  L’Agenzia Ue spiega che “spesso la lingua e i rapporti culturali possono svolgere un ruolo nella scelta del Paese in cui presentare domanda”. Ma non è l’unica ragione, almeno non lo è per gli italo-venezuelani, che si sentono sentimentalmente vicini all’Italia. Nel Belpaese, purtroppo, riscontrano meno solidarietà, comprensione e umanità. La paura di essere obbligati a tornare in Venezuela, dove ad attenderli c’è solo repressione, violenza e fame consigliano tanti italo-venezuelani a scegliere la penisola iberica. È un patrimonio culturale e professionale al quale l’Italia volta le spalle.

Tra le altre tendenze migratorie, l’Easo registra che oltre un quarto delle domande complessive presentate (188.500) arriva dai cittadini dei Paesi dispensati dall’obbligo di visto nell’area Schengen: è il caso dei Balcani occidentali e dei Paesi del partenariato orientale, tra cui l’Ucraina.

Redazione Madrid

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