L’uccisione di Soleimani, Iran vuole arrestare Trump

Migliaia di iraniani nel funerale di Qasem Soleimani a Tehran.
Migliaia di iraniani nell funerale di Qasem Soleimani a Tehran. Immagine d'archivio. EPA/ABEDIN TAHERKENAREH

ISTANBUL. – L’Iran vuole arrestare Donald Trump. A quasi sei mesi dall’uccisione del generale Qassem Soleimani in un raid a Baghdad, la procura di Teheran ha emesso 36 mandati di cattura contro cittadini di Stati Uniti e altri Paesi ritenuti a vario titolo responsabili, chiedendo all’Interpol di emettere un’allerta rossa per permetterne l’arresto e l’estradizione.

La Repubblica islamica li accusa di “omicidio” e “terrorismo” per aver ordinato, preparato o attuato il bombardamento del drone MQ-9 americano che il 3 gennaio scorso ha ucciso il comandante delle forze Qods dei Pasdaran, insieme ad Abu Mahdi al-Muhandis, tra i capi delle milizie delle Forze di mobilitazione popolare irachene, e altre 8 persone.  Un raid cui l’Iran rispose attaccando la base Usa di Ain al-Asad in Iraq.

Il presidente americano “Donald Trump è in cima alla lista e continuerà a essere perseguito anche al termine del suo mandato presidenziale”, ha dichiarato il procuratore di Teheran, Ali Alqasi-Mehr, lasciando intendere di non volersi fermare a prescindere dall’esito delle elezioni presidenziali del prossimo novembre.

Ma l’inviato speciale Usa per l’Iran, Brian Hook, ha súbito bollato l’annuncio come “una trovata propagandistica che nessuno prende seriamente”. Secondo Washington, si tratta di una mossa “politica” e “l’Interpol non interviene ed emette allerte rosse sulla base di questioni di politiche”.

D’altro canto, la stessa agenzia di polizia internazionale, che ha sede a Lione in Francia, ha già escluso di poter prendere in considerazione la richiesta di Teheran. In base all’articolo 3 del suo statuto, ha precisato l’Interpol, “è strettamente proibito per l’organizzazione qualsiasi intervento o attività di natura politica, militare, religiosa o razziale”.

Il nuovo capitolo dello scontro arriva proprio mentre gli Usa tentano di far prolungare per tre anni l’embargo Onu di armi all’Iran, in scadenza a ottobre prossimo.

Il viceministro degli Esteri iraniano Mohsen Baharvand ha ribadito che i responsabili dell’uccisione di Soleimani “devono pagare per questo crimine contro la sicurezza nazionale e la sovranità dell’Iran” e “contro il diritto internazionale”.

E non sarebbe finita. “Presto altri americani, che hanno operato i droni” impiegati nell’operazione “saranno identificati e subiranno un mandato di cattura”, assicura il diplomático iraniano, promettendo punizioni anche per chi in Iraq è stato complice del raid.

Avvertimenti che potrebbe rivelare nuove tensioni anche nel rapporto con Baghdad, dopo che la scorsa settimana il nuovo premier iracheno Mustafa Kazimi – eletto dopo mesi di stallo politico grazie a un delicato gioco di equilibri proprio tra Iran e Stati Uniti – ha dato per la prima volta il suo via libera all’arresto di esponenti della potente milizia sciita filo-iraniana Kataib Hezbollah, accusata da Washington di essere responsabile di diversi attacchi alle sue basi e all’ambasciata americana a Baghdad.

(di Cristoforo Spinella/ANSA)

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