Shock in Germania, 30 mila sospetti in rete pedofilia

Una persona siede davanti uno schermo di computer che mostra piccole fotografie, e sostiene un mouse nella mano, a Duisburg, Germania.
Una persona siede davanti uno schermo di computer che mostra piccole fotografie, e sostiene un mouse nella mano, a Duisburg, Germania. EPA/SASCHA STEINBACH

BERLINO. – Le dimensioni abnormi dell’orrore, e la “naturalezza” dei pedofili nel commettere e conversare dei propri abusi: sono questi gli elementi agghiaccianti che vengono fuori dalle indagini, partite dal centro tedesco di Bergisch Gladbach, su una rete criminale internazionale di pedofili, che ha fatto emergere tracce di circa 30 mila sospettati.

Lo sconcerto degli inquirenti è stato trasmesso all’opinione pubblica dalle parole del ministro della Giustizia del Land del Nordreno-Vestfalia, che in conferenza stampa ha spiegato la difficoltà psicologiche degli stessi investigatori alle prese con l’inchiesta.

Finora sono 44 i bambini individuati come vittime, e liberati dalla morsa dei loro orchi. Fra questi c’è perfino un neonato di tre mesi.

Sul web, migliaia di pedofili si scambiano non solo materiale pedopornografico, ma anche informazioni e consigli, su come ad esempio rendere accomodanti i bambini – ha raccontato, secondo quanto riferito da diversi media tedeschi – e si incoraggiano gli uni con gli altri ad agire, nei casi in cui si manifestassero delle incertezze.

Un resoconto agghiacciante, quello fornito dall’amministratore regionale Peter Biesenbach, il quale ha commentato: “Non sospettavo neppure lontanamente questa dimensione degli abusi dei bambini in rete. Dobbiamo ammettere che questi crimini sono molto più diffusi di quanto immaginassimo”.

Ad inquietare gli inquirenti anche il “registro scontato usato nella comunicazione” che “desta particolare apprensione e disturba profondamente”. C’è il timore, infatti, che “un’atmosfera dei questo tipo possa favorire un calo dei freni inibitori, stimolando ad agire anche persone altrimenti intimorite, in mancanza di un contesto del genere”.

Biesenbach, che ha annunciato la formazione di una taskforce speciale di cyber-detective, ha anche contestato le norme vigenti, che ancora non permettono in Germania di registrare i dati di collegamento di persone che spesso agiscono sotto pseudonimo.

E del resto l’inasprimento delle leggi in materia è stato oggetto di uno contro politico nelle scorse settimane in Germania, fino a quando la ministra della Giustizia (SPD), inizialmente più garantista, ha annunciato un irrigidimento delle pene anche sulla pedopornografia.

Le investigazioni sulla rete, che coinvolgono sei procure tedesche, procedono intanto sotto forte pressione, per evitare che gli abusi proseguano.

Le indagini erano partite a ottobre, su un caso emerso nella città di Bergisch Gladbach, nelle vicinanze di Colonia. Si era poi arrivati a ricostruire una rete di 71 sospettati, e a maggio era stato arrestato un soldato di 27 anni, colpevole di abusi nei confronti di 4 bambini, fra cui i suoi figli.

Nel corso dei mesi la rete si è rivelata via via più grande, fino alla scoperta di un network internazionale, con epicentro nei paesi di lingua tedesca. Dove migliaia di pedofili non si limitano a scambiarsi materiale pedopornografico, ma postano i video di abusi e violenze commesse sui minori.

Per le indagini, nel mese di giugno, sono stati coinvolti fra i 120 e i 140 investigatori al giorno. Da mesi vengono analizzati enormi quantità di materiale, con un carico psicologico notevole anche per chi lavora sul caso, è stato riferito.