Macron sceglie Castex, “monsieur Fase 2” è premier

Jean Castex nuevo premier di Francia.
Jean Castex nuevo premier di Francia. (Ansalatina)

PARIGI. – Cominciano con una sfida gli ultimi due anni di presidenza di Emmanuel Macron, periodo in cui il presidente vuole imboccare “un percorso nuovo”.

Via Edouard Philippe, che ha guadagnato 15 punti di popolarità durante la pandemia mentre Macron e gli altri ne hanno persi quasi altrettanti: diventa premier Jean Castex, un altro politico di alta competenza, uscito dalla fucina di dirigenti dello Stato dell’Ena ma con maggior disposizione al dialogo sociale.

É una scommessa quella del presidente, che negli ultimi discorsi ai francesi ha predicato la necessità di “reinventarsi” dopo la crisi del Coronavirus, sottolineando: “io per primo”.

Come anticipato da settimane, Macron avrà un nuovo governo, un nuovo primo ministro e nei prossimi giorni spiegherà direttamente ai francesi quali sono le sue intenzioni. Ma già si conosce la sua determinazione a portare avanti le riforme più importanti, prima fra tutte quella sulle pensioni, anche se con un metodo nuovo, quello del dialogo.

Per farlo ha chiamato Jean Castex, 55 anni, un uomo di cui si fida al punto da avergli affidato il compito cruciale di guidare la fase 2, l’uscita della Francia dal lockdown.

É stata una scelta altamente simbolica: se ne va l’uomo sobrio, serio, che ha accompagnato i francesi durante la fase della paura e del confinamento, arriba l’uomo gioviale e “spiritoso” – come hanno sottolineato fonti dell’Eliseo descrivendo il personaggio, sconosciuto ai più – che ha riaperto le porte di casa ai francesi barricati da due mesi.

Una grande cordialità, quasi un affetto fra i due erano palpabili al momento del passaggio delle consegne, dopo che Castex – sindaco di Prades, nel sudovest (Pirenei), e come Philippe uscito dalla destra dei Républicains – ha esordito assicurando di “misurare l’immensità del compito” che lo attende.

Ex collaboratore di Nicolas Sarkozy, viene descritto dalla presidenza della Repubblica come “uomo competente e polivalente” lontano mille miglia dal prototipo del “burocrate parigino”.

La critica che una maggioranza di francesi scontenti e le opposizioni già rivolgono a Macron è quella di aver scelto non solo un altro conservatore che gli consentirà di non cambiare affatto politica, ma di essersi tolto di torno un primo ministro che gli avrebbe fatto ombra nella preparazione delle presidenziali del 2022.

“Ci poteva essere una svolta politica, ma invece è tecnocratica”, ha detto il presidente del Républicains, Christian Jacob. Per il leader socialista Olivier Faure, “il giorno dopo sarà di destra come lo è stato il giorno prima”.

La vera novità dovrebbe essere il “metodo”, come si ripete oggi nel “Palazzo” a Parigi, non più quello del passaggio a tutti i costi dei provvedimenti, con autorità. Ma quello del dialogo e dell’ascolto di tutte le parti in causa.

Macron dovrebbe ancora rivolgersi alla nazione dalla tv nel fine settimana, forse subito dopo l’annuncio della squadra di governo, che – come anticipato ieri dal presidente – sarà rica di “nuovi talenti” e di “personalità che arrivano da orizzonti diversi”.

In un’intervista ad alcuni quotidiani regionali sulla rotta nuova da seguire negli ultimi 2 anni di mandato, Macron ha messo l’accento sul “progetto di ricostruzione sociale, economica, ambientale e locale”.

Lo farà con una nuova equipe forse più agile e disponibile al dialogo, e con l’apporto di Philippe che – pur rientrando a Le Havre dove è stato appena riconfermato sindaco a furor di popolo – ha accettato di continuare ad “aiutare il presidente”.

(di Tullio Giannotti/ANSA)

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