Usa temono 150mila morti a luglio. Coprifuoco a Miami

Cittadini con mascherine a New York.
Cittadini con mascherine a New York. (ANSA/EPA)

WASHINGTON.  – Donald Trump vola al monumento dei quattro presidenti americani scolpiti nella roccia a Mount Rushmore per lanciare con fuochi pirotecnici e un bagno di folla le celebrazioni del 4 luglio, sfidando una pandemia che nelle ultime 24 ha toccato un nuovo record: oltre 55 mila casi, per un totale di 2.741.869 contagi e oltre 128 mila morti.

È un aumento dell’87% dei casi giornalieri nelle ultime due settimane, che continuano a crescere in una quarantina di Stati Usa.

Una situazione che appare fuori controllo, tanto che i centri per la prevenzione delle malattie (Cdc) prevedono 148 mila morti entro il 25 luglio. Il tycoon continua a spiegare il boom di casi con il fatto che gli Usa fanno più test di qualsiasi altro Paese, consolandosi con la “grande notizia” che “il tasso di mortalità sta calando” e che sono colpite “persone più giovani, che guariscono più facilmente e più velocemente”.

Ma l’America comincia a fare marcia indietro, anche se a macchia di leopardo. In Florida, lo stato piú flagellato con 10 mila casi al giorno, dove oggi é morto un undicenne (la vittima piú giovane nel Sunshine), Miami ha proclamato il coprifuoco notturno, revocando la riapertura delle strutture di intrattenimento e obbligando i clienti dei ristoranti ad indossare la mascherina, togliendola solo per mangiare.

Chiuse per il weekend dell’Independence Day anche molte spiagge lungo tutta la costa. Come in California, dove sono sotto lockdown 19 delle 58 contee. Il sindaco di Chicago ha imposto una quarantena di 14 giorni per le persone che arrivano da Stati con numeri crescenti di covid-14, seguendo l’esempio di New York, New Jersey e Connecticut.

In Texas il governatore repubblicano Greg Abbott, stretto alleato di Trump, ha reso obbligatoria la mascherina negli spazi pubblici nelle contee con 20 o piu’ casi di coronavirus, vietato i raduni con oltre 10 persone e ripristinato il distanziamento sociale di due metri.

La governatrice dell’Alabama Kay Ivey, anche lei repubblicana, ha prorogato nuovamente per altri 60 giorni lo stato di emergenza.   Un dietrofront che non ha dissuaso Trump dal viaggio con la first lady Melania a Mount Rushmore (South Dakota) per parlare davanti ad una folla di 7500 persone, senza misure di distanziamento sociale e con mascherine gratis ma non obbligatorie.

“Indossate la mascherina, lavatevi le mani e ascoltate gli esperti, non le persone che tentano di dividerci”, ha twittato Barack Obama in vista della festiviá’, con una malcelata critica a Trump.

I Sioux sono sul piede di guerra perché temono che la visita inneschi un focolaio di covid-19 nelle loro riserve. Intanto ha giá riacceso la guerra ai monumenti razzisti mettendo nel mirino anche i quattro presidenti scolpiti nelle sacre Black Hills “rubate alla tribu’ Lakota”: George Washington, Thomas Jefferson, Theodore Roosevelt e Abraham Lincoln. “Erano proprietari di schiavi e ci hanno maltrattato”, accusano i nativi americani, suggerendo di abbatterli. Il tycoon invece ha confessato piú di una volta che sogna di essere raffigurato tra loro.

Ma per ora deve accontentarsi di una immagine sulle t-shirt vendute dal partito repubblicano, mentre la squadra di football della capitale dei Redskins (Pellirossa) apre – su  pressione degli sponsor – al cambio di un nome ritenuto razzista.

E la National Football League pensa di aprire la stagione facendo eseguire, prima dell’inno nazionale, “Lift Every Voice and Sing”, conosciuta come l’inno nazionale afro-americano. Una rivoluzione, per gli Usa.

(di Claudio Salvalaggio/ANSA)

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