Coronavirus: stop voli dal Bangladesh, allarme focolai da rientri

Controlli della temperatura su uno dei 215 passeggeri bangladesi del volo speciale della Biman Bangladesh Airlines (Bg4165) appena arrivato a Fiumicino da Dacca, Roma, 6 luglio 2020.
Controlli della temperatura su uno dei 215 passeggeri bangladesi del volo speciale della Biman Bangladesh Airlines (Bg4165) appena arrivato a Fiumicino da Dacca, Roma, 6 luglio 2020. Ansa/Telenews

ROMA. – Quando ha saputo che solo sul volo Dacca-Roma atterrato ieri a Fiumicino i positivi al Coronavirus erano già 21, prima ancora che terminassero tutti i test il ministro Roberto Speranza ha detto basta: stop agli aerei dal Bangladesh, almeno per una settimana, almeno finché non si troverà un modo più sicuro per gestire le misure di sicurezza per gli arrivi extra Schengen ed extra Ue.

“La quarantena per chi viene da Paesi extra Ue ed extra Schengen – ha detto il ministro della Salute – è già prevista ed è confermata. Ma dopo tutti i sacrifici fatti non possiamo permetterci di importare contagi dall’estero. Meglio continuare a seguire la linea della massima prudenza”.

Speranza lo dice chiaramente: la ‘goccia’ che l’ha spinto a bloccare gli aerei dal Bangladesh, d’intesa con la Farnesina di Luigi Di Maio, è stato il volo di ieri. Quello con 276 persone a bordo che l’assessore laziale alla Sanità Alessio D’Amato ha definito senza troppi complimenti “una vera e propria ‘bomba’ virale che abbiamo disinnescato con tempestività”, spiega, attraverso l’ordinanza firmata ieri dal governatore Nicola Zingaretti.

Un provvedimento ad hoc per i voli speciali da Dacca autorizzati dall’Enac che di fatto blindava gli arrivi dal Paese asiatico – peraltro dirottati sul Terminal 5, non operativo e lontano dagli altri – e li imbrigliava in una rete di controlli, sottoponendo i passeggeri al test sierologico e al tampone, e all’isolamento nell’attesa.

Il timore delle autorità sanitarie è che il contagio si espanda sul territorio laziale, diffondendosi in particolare nella numerosa comunità bengalese che risiede nella Capitale. Proprio stamattina infatti la Asl Roma 2 e l’Unità di Crisi anti-Covid hanno incontrato i rappresentanti della comunità per informare ma anche tranquillizzare i bengalesi di Roma. E’ stata l’occasione per dare indicazioni esatte da tradurre nella loro lingua e da diffondere poi attraverso i social e i loro canali interni.

Il problema a cui far fronte oggi, una volta fermati i nuovi voli, è che l’aereo di ieri è stato preso in tempo (“non avessimo messo in piedi un’imponente macchina dei controlli – dice infatti D’Amato – questi passeggeri sarebbero stati a loro volta un vettore di trasmissione del virus”) ma lo stesso non si può dire dei passeggeri dei voli atterrati a Roma nelle settimane precedenti.

Ecco perché la Regione ha chiesto a tutti coloro che dal 1 giugno siano rientrati dal Bangladesh, o siano stati a contatto con gente di ritorno dalla madrepatria, di andare a sottoporsi ai test al ‘drive-in’ di S. Caterina delle Rose a Largo Preneste.

“Inoltre in via del tutto straordinaria – ha fatto sapere la Regione – sono stati predisposti, in collaborazione con la Comunità, ulteriori due punti che saranno disponibili per questo sabato e questa domenica”.

C’è poi l’indicazione per gli asintomatici: 14 giorni di quarantena dopo l’arrivo, anche in appositi alberghi a disposizione per chi non avesse alternative. Basterà? Secondo il sindaco di Fiumicino Esterino Montino lo stop ai voli dal Bangladesh è una buona idea “ma non è sufficiente” perché rimane il problema degli scali: “Per questo – ha aggiunto il primo cittadino – va coinvolta l’Ue”.

(di Gabriele Santoro/ANSA)