L’Oms vara un’inchiesta su come ha gestito il virus

Il direttore generale dell'Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus.
Il direttore generale dell'Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus. (ANSA/EPA)

ROMA.  – Quasi orfana degli Stati Uniti, che l’accusano di non aver detto la verità fin dall’inizio sul Covid-19 e che si avviano a ritirarsi dall’Organizzazione mondiale per la sanità, l’agenzia delle Nazioni Unite vara una propria inchiesta indipendente.

Dovrà valutare nei prossimi mesi la risposta data dall’organismo internazionale alla pandemia da coronavirus. Una crisi sanitaria che a livello globale continua ad accelerare e a mietere migliaia di vittime ogni giorno.

Il comitato indipendente lanciato dall’Oms, finita nel mirino delle critiche statunitensi per una gestione ritenuta carente dell’emergenza, sarà guidato dall’ex premier neozelandese Helen Clark e dall’ex presidente liberiano Ellen Johnson Sirleaf.

La necessità di procedere con un’indagine internazionale era stata riconosciuta a maggio durante l’assemblea annuale degli Stati membri, dopo i ripetuti attacchi arrivati dal presidente Usa Donald Trump, che si è spinto a definire l’agenzia Onu “un burattino della Cina”.

Con questa inchiesta, “il mondo capirà la verità di ciò che è accaduto”, promette ora il capo dell’organizzazione, l’etiope Tedros Adhanom Ghebreyesus. Il quale ha lanciato un invito a “rimanere uniti”, dopo l’inizio del ritiro annunciato dagli Stati Uniti, principale contributore dell’agenzia. Critiche più esplicite nei confronti dell’atteggiamento di Washington sono invece arrivate proprio da Pechino: per il ministero degli Esteri cinese, “sotto la bandiera ‘America first’, gli Stati Uniti sono diventati il più grande piantagrane degli ultimi anni”.

Nuove tensioni geopolitiche che arrivano mentre nel mondo l’emergenza sanitaria non sembra volersi fermare, anzi: il numero delle persone contagiate dal virus ha superato i 12 milioni e sono oltre 550.000 i morti. La metà delle vittime è stata registrata nei quattro Paesi più colpiti: negli Stati Uniti i decessi sono arrivati a quota 132.000 e  i nuovi contagi sono stati 55.000 nelle ultime 24 ore.

A seguire il Brasile, dove la curva non accenna ancora a scendere e da ultimo è rimasto contagiato anche il presidente Jair Bolsonaro: nel Paese sono quasi 68.000 i morti. Terza la Gran Bretagna (44.517 vittime) e quarta l’Italia (34.914).

Complessivamente, l’Europa resta ancora il continente più colpito, con oltre 201.000 morti e quasi 2.800.000 casi , nonostante nella maggior parte dei Paesi la situazione sembri al momento sotto controllo.

(di Salvatore Lussu/ANSA)