Incrocio su Aspi e Mes, la partita di Conte con M5s

Giuseppe Conte, Presidente del Consiglio, Luigi Di Maio, Ministro degli Esteri e Dario Franceschini, Ministro della Cultura durante la discussione sulla fiducia al nuovo governo nell'aula del Senato.
Giuseppe Conte, Presidente del Consiglio, Luigi Di Maio, Ministro degli Esteri e Dario Franceschini, Ministro della Cultura durante la discussione sulla fiducia al nuovo governo nell'aula del Senato, Roma 10 settembre 2019. ANSA/FABIO FRUSTACI

ROMA. – Da Autostrade passa anche il destino del Mes. Lo mormorano tra le fila parlamentari del M5s e pure del centrosinistra: se passasse la revoca della concessione ad Aspi – è la tesi – per l’ala dura del M5s sarebbe più facile digerire un voto sul Mes. Nessun legame, affermano dal governo, tanto più che sulla concessione si decide adesso, mentre sul Mes a settembre.

Per entrambi i dossier è il premier Giuseppe Conte a incaricarsi di trovare un equilibrio tutt’altro che facile. Ma in un equilibrio assai delicato nella maggioranza, tutto si tiene. Dal Pd si intensifica il pressing perché non ci siano più rinvii. E se Conte in un’intervista alla spagnola Nius elogia la “responsabilità” degli azionisti di governo, un Dem nota che quella responsabilità non può voler dire pazienza infinita.

Ma decidere vuol dire anche accendere micce assai pericolose a Palazzo Madama, dove basta un appuntamento come l’elezione dei nuovi presidenti di commissione a far temere per la tenuta dei gruppi. E dove impensierisce anche il voto sul nuovo scostamento di bilancio atteso a fine mese.

Il presidente del Consiglio prova a sminare, nega l’idea di quel rimpasto di governo dopo le regionali, di cui nei palazzi si ragiona molto. E ribadisce di non essere al lavoro per un suo partito. Ma si prepara ad affrontare un’altra estate di fuoco. Conte vede il ministro Roberto Gualtieri prima dell’Eurogruppo.

Tra i temi sul tavolo c’è un nuovo scostamento di bilancio da approvare entro luglio, per prorogare la cassa integrazione e provare a premunirsi in vista di un autunno che la ministra Luciana Lamorgese indica come insidioso per le tensioni sociali. Il premier promette una riforma fiscale che porti all’abbassamento delle tasse e tiene in campo l’ipotesi, poco gradita ai partiti, di un taglio temporaneo dell’Iva.

Ma il grande tema ora sono le risorse. Conte si prepara a incontrare a l’Aja il premier olandese Mark Rutte, per difendere una intesa sul Recovery fund che “non sia un compromesso” e che arrivi entro luglio, perché un rinvio “danneggerebbe” anche l’Olanda. Se il Recovery fund non viene ridimensionato, sarà più facile affrontare anche la decisione sul Mes (“Non è mai stato un tabù, ma non risolve il nostro problema”, dice il premier).

Secondo il Pd è inevitabile chiedere quel prestito. Il M5s, e lo stesso premier, non ne sono convinti. Ma nelle ore in cui si discute nel dossier Alitalia, il nodo politico si presenta con tutta la sua evidenza. Ecco l’intreccio dei piani. Il M5s confida che si stiano creando le condizioni, se non per la revoca della concessione, perché i Benetton diventino soci di minoranza di Aspi, a fronte dell’ingresso dello Stato. Ma c’è un’ala del M5s che non è disposta ad accettare neanche un accordo di questo tipo, neanche se accompagnato da una forte riduzione delle tariffe autostradali.

“Se non passa la revoca, il Mes se lo scordano”, dice un parlamentare dell’ala dura pentastellata. E’ lo spettro della spaccatura del gruppo M5s al Senato sul Mes, con un’ala dura che non molla e costringe la maggioranza a ricorrere ai voti di FI per far passare la richiesta del prestito. Si cercherà di evitarlo. E anche in queste ore i vertici pentastellati tengono una linea più “governista” e prudente: “La nostra richiesta è decidere presto su autostrade e, al netto di uscite di singoli, non c’è nessuna connessione tra i due dossier”.

E anche se c’è chi, come il sottosegretario Giancarlo Cancelleri, dice che su Aspi è a rischio la tenuta del governo, l’ala governista slega il destino di Autostrade anche dalla trattativa con il Pd, Leu e Iv per un’intesa alle regionali in Liguria: sul nome del professore Aristide Fausto Massardo, che piace poco a Dem e Leu, nelle prossime ore potrebbe essere siglato l’accordo.

Il Consiglio dei ministri annunciato da Conte per una decisione su Autostrade si annuncia assai impegnativo, se si considera che si spazia dalla linea prudente dei Dem, alla posizione di Iv contro la revoca. Tanto che c’è già chi ipotizza uno slittamento di qualche giorno, all’inizio della prossima settimana.

Ma la prossima settimana è già da incubo per la maggioranza, anche perché il voto delle Camere in vista del Consiglio europeo sul Recovery fund, si intreccia alla difficile partita del rinnovo delle presidenze delle commissioni parlamentari e a una nuova tornata di nomine nelle partecipate di cui si sta decidendo nel governo.

Il voto nelle commissioni è stato prudentemente fissato dopo il voto sulla partita europea, per evitare che in Aula qualche scontento faccia vacillare la maggioranza. Ma anche qui, potrebbe arrivare la decisione di far slittare tutto di qualche giorno. E tra i Dem c’è chi sconsiglia di portare in Aula al Senato a fine luglio la richiesta di un nuovo scostamento di bilancio: le tensioni, anche su questo tema, rischiano di coagularsi e far tremare il governo.

(di Serenella Mattera/ANSA)

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