Trump sfida il virus e vola nel focolaio Florida

Donald Trump en una foto de archivo.(ANSA/EPA)

WASHINGTON.  – “Povero me…”. Donald Trump forse non hai mai pronunciato queste parole, non è nel suo stile e nel suo carattere. Ma sembra essere proprio questo l’atteggiamento del tycoon in questi giorni, improntato al vittimismo, come emergerebbe dai lunghi monologhi con cui in privato intrattiene gli ospiti invitati alla Casa Bianca.

Si tratterebbe, racconta il Washington Post, di un misto di frustrazione e rabbia per una pandemia che sta danneggiando fortemente l’economia e la sua immagine nel mondo, rischiando di pregiudicare oramai anche le ultime chance di rielezione. Per non parlare poi dell’ondata di proteste seguite al caso Floyd, con gli agenti coinvolti definiti “deviati e perversi” da un presidente furioso.

Di fronte a questo scenario la scelta del presidente americano è ancora una volta quella di una strategia aggressiva, contro tutto e tutti. Così, sfidando nuovamente quell’epidemia che sta mettendo in ginocchio gran parte dell’America, è volato in Florida, nel cuore di uno dei focolai più pericolosi del momento, la contea di Miami.

In tutto il Sunshine State in 24 ore si contano altri 11 mila nuovi casi di contagio, e tra le vittime c’è anche una bambina di 11 anni di Fort Lauderdale, non distante da dove il presidente prima visita lo Us Sothren Command di Doral (a due passi dal suo golf club), poi partecipa a un evento privato di raccolta fondi a Hillsboro Beach.

Florida “hot spot” dunque, come settimane fa lo era New York. mE nonostante questo lo Stato riapre in queste ore Disney World, il mega resort e parco giochi di Orlando chiuso da marzo. I paradossi di un Paese dove nella giornata di giovedì si è registrato un nuovo record di oltre 65 mila persone positive al virus, con picchi non solo in Florida ma anche in Texas, in Arizona, in Mississippi, in Tennessee. ”

Una tempesta perfetta”, ammette il virologo Anthony Fauci, che frena sulle riaperture degli Stati Usa più colpiti: “Dovrebbero ripensarci”, ammonisce, spiegando come gli Stati Uniti siano ancora nel pieno della prima ondata. E con una curva dei decessi che torna a impennarsi in maniera preoccupante: niente a che vedere con gli oltre 2.000 morti al giorno di metà aprile, ma nell’ultima settimana la media è salita a 608 pazienti deceduti contro i circa 400 di inizio luglio.

Ma Trump tira dritto sulla sua strada, e ormai accusa apertamente Fauci e gli altri esperti della stessa Casa Bianca di aver fatto “molti errori”, compreso – a suo dire – quello di aver suggerito di non bloccare all’inizio dell’emergenza i voli dalla Cina.

“Trump si è arreso alla pandemia”, attacca invece Joe Biden, che critica il viaggio in Florida del presidente “solo per farsi una foto”, accusandolo di creare rischi e di sprecare risorse che dovrebbero servire per combattere il Covid.

Biden con la sua campagna “Buy American” promette 5 milioni di posti di lavoro e un rilancio dell’economia “distrutta” dal fallimento del tycoon nell’affrontare l’epidemia. “É un plagio”, replica Trump, sposando la tesi di chi, nella guerra degli slogan elettorali, associa il Buy American al suo America First.

(di Ugo Caltagirone/ANSA)

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