Venezuela, accorato “tweet” di connazionali: “Vogliamo tornare in Italia”

CARACAS – Un appello accorato affidato al twitter. Oltre 150 connazionali, bloccati in Venezuela a causa della pandemia, chiedono alla nostra Ambasciata di organizzare, di concerto con il Ministero degli Esteri, voli umanitari che permettano loro di rientrare in Patria.

“Siamo più di 150 italiani bloccati in Venezuela. Abbiamo bisogno di un volo per tornare a casa” è il cinguettio di “Italianos en Venezuela”.  Il tweet ha “taggato”, il nostro giornale, e anche @Antonio_Tajani, @ItalyMFA, @ItalyinVen, @luigidimaio, @ricardomerlo5.

In precedenza, “Italianos en Venezuela” aveva inviato un altro tweet con un appello che rifletteva delusione e frustrazione.

“Non è giusto che noi italiani dobbiamo aspettare voliorganizzati da altre ambasciate a numero chiuso. Siamo più di 150 italiani bloccati in Venezuela”.

Nelle settimane scorse, quando in Europa la pandemia aveva obbligato a chiudere le frontiere, l’Ambasciata d’Italia a Caracas, in collaborazione con l’intera rete consolare e in coordinamento con l’Unità di Crisi della Farnesina, è riuscita a riportare in Italia varie centinaia di cittadini italiani, che si trovavano in Venezuela per turismo o in visita a parenti. Purtroppo, nonostante gli sforzi fatti finora e la consapevolezza, da parte delle nostre autorità diplomatiche,delle difficoltà che comporta vivere in Venezuela, soprattutto in questo momento, non tutti sono riusciti a tornare in Patria. Le delicate relazioni tra Unione Europea e Venezuela – leggasi sanzioni internazionali che castigano esponenti del governo del presidente Maduro – rendono sempre più difficile l’organizzazione dei voli. E intanto cresce la disperazione di chi, come i connazionali che affidano al twitter i loro messaggi, sperano in un ritorno in Patria.

Nel portale della nostra Ambasciata è possibile iscriversi ad una “lista di attesa per un eventuale volo commerciale per il rientro in Italia”. Ma, chiedono i connazionali di “italianosen Venezuela”, alle autorità della Farnesina: quando?

Lascia un commento