Open Arms, Salvini: “Io tranquillo. Conte era d’accordo”

Il segretario della Lega Matteo Salvini, durante una trasmissione di Porta a porta.
Il segretario della Lega Matteo Salvini, durante una trasmissione di Porta a porta. ANSA/FABIO FRUSTACI

ROMA. – Non intende lanciare appelli dell’ultima ora. Anzi, va all’attacco. Si dice “tranquillo” perché a suo dire “le carte sono là, non sono cambiate e parlano chiaro”. Matteo Salvini ostenta sicurezza e torna ad attaccare i Cinque Stelle e Conte, alla vigilia del voto di autorizzazione a procedere per il processo Open Arms.

In vista del pronunciamento dell’aula di Palazzo Madama, resta l’incognita circa la condotta di Iv. Ma anche su questo punto la Lega mostra indifferenza. Secondo le ultime indiscrezioni Italia Viva, pur non sciogliendo la riserva, sarebbe orientata a votare il via libera al processo. Detto questo, lo stesso Matteo Renzi, appena lunedì, dichiarava di non avere ancora stabilito cosa fare: “Su Salvini noi leggiamo le carte e poi decidiamo. Si chiama garantismo e noi siamo seri. Mi colpisce – ha detto l’ex premier a Livorno – che ora anche altri scoprano il garantismo: la Lega su Fontana e il M5S su Casalino”.

Una apertura assai gradita a Forza Italia, tanto che il senatore azzurro, Francesco Giro chiede espressamente al “senatore Matteo Renzi e i senatori di Italia Viva” di votare contro il processo a Salvini. A suo giudizio “sarebbe un segnale importante”.

“La vicenda – osserva Giro – è surreale perché si condanna un ex Ministro dell’Interno per essersi assunto le proprie responsabilità e per aver esercitato le proprie prerogative nel contrasto all’immigrazione clandestina”. Totalmente diverso l’atteggiamento del segretario leghista che non vuole nemmeno sentire parlare di appelli o richieste di aiuto, a nessuno, tantomeno ha grandi aspettative sul ‘soccorso’ di Italia Viva: “Io non mi aspetto nulla da nessuno. Le carte parlano chiaro”, taglia corto.

Scetticismo condiviso da tanti dentro la Lega. Renzi parla, parla – commemtano alcuni leghisti – ma alla fine non ha la forza di rompere, tantomeno ora che si sta mettendo d’accordo con gli alleati di maggioranza sulla presidenza di alcune commissioni. Insomma, l’ obiettivo grosso di Salvini è sempre lo stesso: Conte e i Cinque Stelle, i suoi ex alleati nel governo giallorosso, e mostrare il loro radicale cambio di rotta.

L’unico appello che rivolge è quindi alla “coscienza” di tutti i senatori. “Mi aspetto che qualcuno esprima dignità, onestà e correttezza, se devo andare a processo non sarà la prima volta. Io – ribadisce – ho agito a difesa del mio Paese e quello che ho fatto l’ho fatto in compagnia del premier Conte, ho fatto quello che c’era nel programma di governo non ritengo che ci sia stato un errore o reato. Se qualcuno domani ritiene che sia un reato ne risponderemo in tanti. Vorrà dire che Conte mi accompagnerà un po’ a Catania e un po’ a Palermo e prenderemo una granita”.

Più tardi torna sul punto. “Difendere l’Italia non è reato: ne sono orgoglioso, lo rifarei e lo rifarò. Invece voglio vedere se i Cinque Stelle diranno che erano d’accordo, come è scritto nero su bianco, o se vogliono andare avanti con un processo tutto politico”.

(di Marcello Campo/ANSA)