Fase 3: è boom della carta d’identità alimentare

L'app MyCIA. carta d'identità alimentare.
L'app MyCIA. carta d'identità alimentare. (Horecanews.it)

ROMA. – Pandemia e lockdown cambiano le abitudini alimentari facendo virare verso una maggiore consapevolezza e attenzione le scelte del cibo consumato soprattutto fuori casa, per cause legate a problemi alimentari, ma anche per motivi etici o di benessere.

Lo sostiene un sondaggio di Statista “Food and Hot Drinks in Italy 2019” (secondo cui il 36% dei giovani con meno di 30 anni segue una regola nutrizionale e lo stesso fa il 24% degli over 60) e confermata in questa delicata Fase 3 dall’indagine del Centro Studi di HealthyFood, l’azienda italiana che ha creato MyCIA, unica App food-tech esistente in Italia con una Carta d’Identità Alimentare.

A pochi mesi dal lancio del progetto, nonostante il fermo imposto dal lockdown – si legge in una nota – il Centro Studi dell’azienda registra oltre 50mila utenti che hanno compilato la propria Carta d’Identità Alimentare che racchiude le esigenze di chi vuole mangiare fuori casa.

Di questa “community”, il 43% ha segnalato esigenze alimentari specifiche al momento della compilazione della propria CIA per farsi “precedere” al ristorante e avere così la garanzia di trovare quello che si desidera mangiare una volta arrivati sul posto e di veder rispettate le proprie esigenze alimentari in ogni situazione.

I dati raccontano inoltre che tra chi ha segnalato esigenze alimentari specifiche, il 12,98% ha cliccato sull’opzione “senza glutine”, mentre il 12,08% sull’opzione “senza lattosio”.

I Pescetariani superano i Vegani, e sono in tanti anche i Fruttariani, soprattutto nelle zone di Milano, Roma e Napoli. Per quanto riguarda invece le allergie segnalate esplicitamente, le più frequenti sono al grano, al latte e ai crostacei. Sul totale delle persone che hanno compilato la CIA, da segnalare inoltre che il 76% ha almeno una non preferenza alimentare (cosa non piace loro mangiare). Tra le non preferenze più frequenti le acciughe, l’agnello e l’aglio.

“Il lockdown – spiega Pietro Ruffoni, CEO di HealthyFood – con la chiusura di bar e ristoranti ha imposto agli utenti abituati a consumare pasti o colazioni fuori casa un’ulteriore riflessione sulle proprie esigenze alimentari, al di là delle allergie dichiarate ufficialmente.

C’è sempre maggiore attenzione alla qualità dei prodotti e degli ingredienti dei piatti che si sceglie di mangiare fuori casa e lo vediamo anche dal boom di download, oltre 120.000, della nostra App, MyCIA, che è l’unica applicazione food-tech esistente in Italia con una Carta d’Identità Alimentare, termometro di come cambiano le consuetudini alimentari degli italiani affezionati al dine out”.

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