Amarcord: otto anni fa, Limardo faceva suonare il “Gloria Bravo Pueblo” a Londra

Limardo ha regalato la seconda medaglia d'oro della storia al Venezuela. foto cortesia

CARACAS –La scherma è uno sport antico. Ha le sue origini negli scontri armati che abbiamo letto nei libri di storia: le guerre dei templari, passando per le battaglie vinte e perse che hanno visto protagonisti i nostri ‘eroi’, come Bolívar e Garibaldi.

Questo sport è entrato nel programma olimpico sin dalla prima edizione, ma, siamo sicuri, allora nessuno avrebbe immaginato che il regno della scherma si sarebbe ingigantito a Londra nel 2012: con l’entrata tra i medaglisti di due nuovi continenti, l’Africa e il Sudamerica, che ha in Rubén Limardo Gascón, venezuelano, oro nella spada, il suo emblema. E’ la prima medaglia olimpica nella scherma nella storia del Venezuela.

Il 1° agosto 2012, lo spadaccino Ruben Limardo scriveva una pagina storica per lo sport venezuelano: vincendo la medaglia d’oro nella spada individuale.

Con quella vittoria, il campione nato il 3 agosto 1985 a Ciudad Bolivar, riscriveva la geografia della scherma mondiale salendo sul podio in una disciplina considerata ‘terreno di conquista’ di una ristretta élite.

Limardo é salito sul gradino più alto del podio a Londra grazie alla vittoria 15-10 in finale contro il norvegese Bartosz Piasecki. Quella vinta dal venezuelano era la prima medaglia d’oro di uno schermitore latinoamericano alle olimpiadi.

Grazie alle stoccate vincenti di Ruben Limardo, dopo 44 anni, risuonava il ‘Gloria al bravo pueblo’ in uno scenario olimpico: per il Venezuela era la seconda medaglia d’oro nella storia dopo quella conquistata nel lontano 1968 dal pugile ‘Morochito’ Rodriguez.

“Appena vinta la medaglia, ho voluto incontrarlo (Rodríguez, ndr). Era un personaggio che avevo visto in televisione e sui giornali. Non volevo lasciarmi sfuggire l’occasione d’incontrarlo e di stringerli la mano, di chiedergli quali erano state le sue impressioni dopo la sua vittoria nel ’66. In effetti erano le stesse” dichiarò alla Voce d’Italia il giorno che riceveva il riconoscimento come “Atleta del Año”.

(di Fioravante De Simone)

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