Covid, test anche per secondo vaccino italiano

Il laboratorio del Sacco Hospital a Milan, fervono le ricerche su un possibile vaccino.
Il laboratorio del Sacco Hospital a Milano, fervono le ricerche su un possibile vaccino. EPA/Andrea Fasani

ROMA. – Saranno due i vaccini italiani per il Covid-19 in sperimentazione nel nostro paese. A quello sviluppato dall’azienda biotech Reithera, il cui test di fase 1 è stato autorizzato pochi giorni fa dall’Aifa, si aggiungerà a breve anche quello prodotto da Takis e Rottapharm Biotech basato su una innovativa tecnica che utilizza il Dna.

I test di questo secondo candidato saranno coordinati dalla Asst di Monza con l’Università di Milano Bicocca, e si terranno insieme ad altri 2 centri italiani. La sperimentazione sull’uomo, il primo passo verso l’utilizzo del vaccino su larga scala, sarà condotta presso il Centro di Ricerca di Fase 1 della Asst di Monza, diretto dalla professoressa Marina Cazzaniga, e coinvolgerà in questa fase iniziale 80 volontari sani, che saranno portati fino a 200 nella cosiddetta Fase 2 immediatamente successiva.

La piattaforma è molto innovativa, anche dal punto di vista clinico, spiega Paolo Bonfanti, Professore Associato di Malattie Infettive dell’Università di Milano Bicocca. “Il vaccino è innovativo perché, a differenza di altri attualmente in sperimentazione, non utilizza per la produzione di anticorpi un vettore virale, per esempio un adenovirus inattivato, ma è costituito da un frammento di DNA che, una volta iniettato nel muscolo stimola una reazione immunitaria (sia di tipo anticorpale che cellulare) che previene l’infezione. Questa piattaforma tecnologica assicura inoltre la ripetibilità della vaccinazione se la risposta non fosse duratura”.

Sono 44 le sperimentazioni in corso nel mondo sui vaccini, come riportato nell’ultimo aggiornamento del monitoraggio dell’Iss al 27 luglio, e di questi il 36% è nella fase 1 mentre il 43% in una fase 1/2. a partecipare alla ‘gara’ sono diversi paesi nel mondo, con la Cina che ha avviato ben 15 test.

Tra quelli che si dichiarano più avanti c’è invece la Russia, che ha già fatto sapere di voler iniziare una vaccinazione di massa il prossimo ottobre. Il vaccino russo contro il coronavirus, sviluppato congiuntamente dal Centro di ricerca Gamaleya del Ministero della Salute e dal Ministero della Difesa, “è sicuro e ha un’alta tolleranza”, ha dichiarato il Ministero della Difesa. “Le informazioni fornite dai test di laboratorio e strumentali ci permettono di dire che il vaccino è sicuro e ha un’alta tolleranza”, recita la nota.

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