Turismo a picco, occupato solo il 20% dei lavoratori

Una veduta del Lago Maggiore.
Una veduta del Lago Maggiore. ANSA/RENATO BALDUCCI

ROMA. – Il turismo italiano sta attraversando una crisi senza precedenti, come dimostra il dato sugli occupati, precipitato a un quinto della normale forza lavorativa del settore. E’ poi “assurdo” parlare di sold out a Ferragosto, visto il vuoto pneumatico delle città d’arte, orfane non solo di americani, russi, cinesi, giapponesi e sudcoreani ma anche europei, visto le limitazioni e il caro voli.

Infine ci si deve davvero augurare che il decreto Rilancio 2 prima e il Recovery Fund dopo contengano non misure generiche, ma “tagliate” specificatamente per il turismo. E’ il senso della conversazione a tutto tondo che il presidente di Federterme Confidustria Massimo Caputi ha avuto con l’ANSA.

“Il dato certo della crisi – spiega – è uno solo: il numero degli occupati. Mentre nei settori tradizionali c’è già stata una ripresa dell’80% della forza lavoro, nel turismo siamo solo al 20%. Questi sono dati ufficiali di Confindustria ed è l’unica cosa certa per misurare lo stato di salute del settore”.

Per questo, secondo Caputi, le speranze del settore sono legate a filo doppio agli interventi che il governo deciderà di varare partendo dal presupposto che i lavoratori del turismo non sono metalmeccanici né lavoratori del settore alimentare, ma hanno problematiche ed esigenze assai diverse.

“Si auspica – dice Caputi – che il Dl rilancio 2 abbia misure tagliate per il turismo, in particolare sotto il profilo occupazionale. Ad esempio le bozze che stanno girando non sono assolutamente adeguate alle problematiche del turismo, i provvedimenti non possono essere generalisti. Infine aspettiamo anche il Recovery Fund che è una grandissima e imperdibile occasione per resettare il turismo italiano.

Ma chi pensa di farlo ripartire limitandosi a fare le ferrovie al Sud, vuol dire che non ha davvero capito niente. Per il turismo va completamente rinnovato il parco alberghiero italiano che è abbondante, vecchio e sottoutilizzato. Abbiamo quasi il doppio delle stanze della Francia ma piene solo la metà”.

Tornando ai dati Enit che parlano di sold out a Ferragosto, “il tutto esaurito – rileva – forse c’è nei week end e in alcune località, il dato centrale è l’occupazione che ancora è bassissima”. Caputi sottolinea poi la tragica situazione delle città d’arte: “C’è il vuoto assoluto, anche su mete da cui non ci aspetta un tracollo. Roma è vuota, siamo passati da 200 mila turisti al giorno a zero, al nulla, è impressionante. Questi sono dati inequivocabili. Basta affacciarsi a via del Corso a Roma, la si vede vuota dall’inizio alla fine mentre prima era un unico serpentone di gente”.

Poi Caputi porta alla luce un altro problema legato ai trasporti: “Per gli stranieri abbiamo anche problema di “caro voli”: un Parigi-Roma cosa oggi 4 volte quello che costava lo scorso anno, un Roma-Madrid va sopra i 450 euro. Gli aerei, infatti, sono a terra e quindi la drastica riduzione dei voli rende caro l’incoming anche per gli stranieri.

C’è stato un lieve recupero del pubblico nostrano, gli italiani vanno in giro sì ma sono vacanze del sabato e della domenica e magari nelle case di amici e parenti… La cosa spaventosa è aver perso il 60% dell’incoming straniero”.

Quanto alla situazione specifica delle terme, Caputi spiega: “Le terme sono un presidio medico e quindi un luogo supersicuro, la gente apprezza questo fatto, però anche qui abbiamo dovuto ridurre di molto gli ingressi per rispettare il distanziamento sociale. Si lavora ma in modo molto moderato (siamo sotto al 50%) per le autolimitazioni volte a salvaguardare la salute di clienti, medici e operatori date dal protocollo “Terme sicure”.

Il problema sono gli alberghi legati alle terme che non performano (ma il problema è in tutti gli alberghi di tutti i tipi e in tutta Italia purtroppo), le persone vengono solo il sabato e la domenica. Ripeto, per capire il dramma basta farsi un giro per Roma o per Firenze”.

(di Cinzia Conti/ANSA)

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