Rimbalzo a V dell’industria. Gualtieri: ”Spingerà Pil”

Operai al lavoro all'interno di uno stabilimento tessile del napoletano, in un'immagine d'archivio.
Operai al lavoro all'interno di uno stabilimento tessile del napoletano, in un'immagine d'archivio. ( ANSA/ CIRO FUSCO)

ROMA.  – La produzione industriale a giugno cresce oltre le attese. Rispetto a maggio l’Istat registra un rialzo dell’8,2%. Un aumento che porta a disegnare una ripresa a “V”.

Una curva che indica un rimbalzo netto dopo una vorticosa discesa. Certo, il recupero è tutt’altro che completo. I livelli pre-Covid “restano ancora distanti”, non manca di avvisare l’Istituto di statistica. Rispetto all’anno scorso il livello dell’attività risulta, infatti, ancora indietro del 13,7%.

Fa, però, ben sperare la marcia ingranata dalla manifattura italiana. Gli analisti si aspettavano un aumento su base mensile, ma decisamente più circoscritto. Le previsioni si concentravano tra il 3% e il 5%, visto quello che l’Istat definisce “l’eccezionale incremento” di maggio (+41,6%) quando ci si rialzava dal crollo subito durante il lockdown.

Il risultato di giugno rivela che la spinta propulsiva non si è esaurita. “Prosegue la ripresa della nostra economia”, twitta il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri. Con un aumento congiunturale “che crea i presupposti per un forte rimbalzo del Pil nel terzo trimestre”.

I primi sei mesi dell’anno ormai passano alla storia come i peggiori vissuti in tempo di pace. L’Istat la settimana scorsa ha stimato un tonfo del 12,4% tra aprile e giugno. Un ribasso a doppia cifra che però, anche in questo caso, è apparso migliore delle previsioni. Il dato sulla produzione rappresenta quindi una conferma. “L’Italia è sulla strada giusta”, assicura

Gualtieri.

L’Istituto fa notare come il “sentiment” delle aziende deputi a favore. “Il possibile aumento dell’attività nei prossimi mesi sembra confermato a luglio dall’aumento della fiducia delle imprese”. E non è solo la macchina produttiva ad avere ripreso a girare. Anche dalla spesa delle famiglie arrivano segnali confortanti.

“Una riduzione dell’occupazione notevolmente inferiore a quella dell’attività economica, associata ai meccanismi di supporto ai redditi introdotti in questi mesi, sembra riflettersi sugli acquisti”. Tradotto il blocco dei licenziamenti e la rete di ammortizzatori sociali messa in campo ha fatto sì che i consumi siano tornati “molto vicini ai livelli pre-crisi”, anche grazie alla conversione al digitale di molti italiani, con il boom dell’e-commerce.

Non a caso si sono riattivati i settori che più avevano risentito delle conseguenze dell’emergenza. L’industria del tessile dell’abbigliamento risale del 17,3% a giugno su maggio. E ancora meglio fa la produzione di autoveicoli (+36,8%). Rialzi questi che però non riescono a cancellare il profondo rosso su base annua.

Insomma se l’andamento della produzione può essere paragonato a quello di una “V”, il secondo braccio della lettera resta più corto a confronto con il primo. E l’angolo si allarga un po’. Pesa sicuramente l’incertezza. Stavolta è quello che accade a giganti esteri, come gli Stati Uniti, a spaventare.

L’Istat parla di uno scenario internazionale caratterizzato “da una asincronia dell’evoluzione della pandemia tra Paesi”. Uno sfasamento che, prosegue l’Istituto, “ha penalizzato ulteriormente la ripresa degli scambi mondiali”.

Il presidente della Confindustria piemontese, Marco Gay, avverte come “occorrerà seguire con attenzione l’evolversi della situazione globale, ancor più per il Nord-Ovest così fortemente orientato all’export”.

Sul fronte interno, nazionale, rafforza l’ottimismo anche il recupero delle ore effettivamente lavorate. Pur se a giugno ci si ferma a 30,6 ore settimanali pro-capite, è evidente lo stacco a paragone con i valori di aprile (22,6). Guardando agli umori che emergono sul web viene fuori un trend “altalenante”.

Nel trimestre primaverile il Social Mood on Economy Index dell’Istat, basato su tweet, indica un andamento positivo per tutto maggio, seguito da una flessione a inizio giugno e ancora da un miglioramento nella fase finale del mese. Uno specchio virtuale di equilibri fragili.

(di Marianna Berti/ANSA)