Bonus Iva: leghisti Murelli e Dara sospesi, venerdì Tridico a processo

Pasquale Tridico
Il presidente dell' Inps Pasquale Tridico.

ROMA. – Sono i leghisti Elena Murelli di Piacenza e Andrea Dara di Mantova i primi deputati a cadere sotto la scure del loro partito, e non solo, per aver chiesto e incassato il bonus da 600 euro destinato a lavoratori autonomi e partite Iva per le conseguenze del coronavirus.

La denuncia arriva in serata e la conseguenza è l’immediata sospensione. Non hanno violato alcuna legge, mette per iscritto il capogruppo alla Camera Riccardo Molinari, ma “è inopportuno che parlamentari abbiano aderito a tale misura”. Il partito di Matteo Salvini che di mattina ad Agorà aveva preannunciato la ‘condanna’ della sospensione o la mancata candidatura alle prossime elezioni, anticipa così le rivelazioni del presidente dell’Inps.

Pasquale Tridico parlerà al Parlamento venerdì alle 12. Alla vigilia di Ferragosto dovrebbe rivelare i nomi di tutti i ‘furbetti’ del bonus che, in Parlamento, vede coinvolto almeno un altro deputato, probabilmente del Movimento 5 stelle o un suo ex. Ad ascoltare Tridico saranno i 43 parlamentari della commissione Lavoro di Montecitorio a cui riferirà in audizione. Lo farà in videoconferenza chiarendo a chi, come e quando sono state liquidate quelle indennità, nonostante le buste paga d’oro dei politici di Montecitorio.

“E’ la sede parlamentare opportuna”, spiega il presidente della Camera Roberto Fico sottolineando che “i deputati potranno porre tutte le domande necessarie per fare definitivamente chiarezza su quanto accaduto”. Si concretizza così la disponibilità data alla Camera dall’Istituto di previdenza, dopo il via libera alla diffusione dei nomi da parte del Garante della privacy.

L’audizione davanti alla commissione era una delle ‘arene’ proposte per spegnere le polemiche che hanno travolto il Parlamento, oltre a migliaia fra consiglieri comunali e regionali che hanno beneficiato del bonus. Dopo l’ok dell’Inps a rispondere a eventuali comunicazioni scritte della Camera, gli uffici di Montecitorio hanno valutato la strada migliore tra un confronto Tridico-Fico, la risposta a interrogazioni parlamentari o l’audizione.

Ha prevalso l’ultima ipotesi. Del resto la presidente della commissione Debora Serracchiani aveva già chiesto a Fico l’autorizzazione per sentire i vertici dell’Inps. Quindi, venerdì Tridico sarà a disposizione dei ‘commissari’ della Camera anche su controlli e verifiche fatte successivamente dall’Inps.

Ma per lui si profila un ‘processo’ più complesso e pericoloso, non solo per il ruolo di dirigente ma soprattutto per la sua ‘vicinanza’ ai 5 Stelle stigmatizzayto più volte dalle opposizioni che ne hanno chiesto apertamente le dimissioni. Nel frattempo, a chiunque siano i parlamentari del bonus, Fico ripete l’appello iniziale: “Dovrebbero scusarsi e restituire quanto percepito. È una questione di opportunità, dignità e rispetto, nonché di consapevolezza del ruolo che si ricopre”.

Nei confronti dell’Inps, inoltre, si aprirà un’istruttoria avviata dal Garante per la privacy sul metodo seguito per il trattamento dei dati di chi ha ricevuto l’indennità Covid e sulla diffusione delle notizie.

Nell’attesa, sale la tensione nel Veneto dove la Lega sta per decidere la sorte di due suoi consiglieri (Riccardo Barbisan e Alessandro Montagnoli), più il vice di Luca Zaia. L’unico dei tre che ha chiesto ma non incassato i 600 euro: “Bloccai la richiesta, ho le carte per dimostrarlo”, si giustifica ora il vicepresidente Gianluca Forcolin. Sa bene però che il verdetto spetta al ‘Doge’ e in effetti Zaia ha annunciato che incontrerà domani i tre e annuncerà la sua decisione. All’orizzonte c’è l’addio alla corsa elettorale del 20 e 21 settembre, e quindi alla Lega.

Pur riconoscendo che “sono tre casi tra loro differenti” (Barbisan e Montagnoli hanno dato in beneficenza il denaro e per l’altro la richiesta è stata fatta dallo studio di commercialisti a sua insaputa), il governatore insiste sull’opportunità, non sull’irregolarità. E non transige: “Sull’opportunità i cittadini si sono fatti sentire e io penso che abbiano ragione”, rimarca.

Ha già deciso invece il Trentino: in attesa che venga fatta chiarezza, lì la Lega ha sospeso il proprio consigliere regionale Ivano Job. Obiettivo: “tutelare l’integrità del movimento”, si legge in una nota, mentre il Codacons annuncia un esposto alla procura di Trento e alla Corte dei conti “nell’esclusivo interesse della collettività”.

Insieme alle punizioni arrivano le prime ‘riparazioni’: è il caso di Ubaldo Bocci che si è dimesso da coordinatore del centrodestra a Firenze, mentre Diego Sarno del Pd piemontese ha deciso che fonderà un Comitato per aiutare i lavoratori in difficoltà versando sei mesi del suo stipendio di consigliere regionale.

(di Michela Suglia/ANSA)