Lavoro e tasse, in autunno sfida Recovery e manovra

Lavoratrice al lavoro in una fabbrica di stoviglie.
Dipendente al lavoro in una fabbrica di stoviglie. (ANSA)

ROMA. – Incentivi alle imprese per far ripartire il mercato del lavoro e calo delle tasse. É su questi pilastri, insieme al rilancio degli investimenti, pubblici e privati che il governo vuole costruire la politica economica per il post-Covid.

Il programma prevede ritmi serrati per i prossimi due mesi e il coinvolgimento, come chiesto con forza, del Parlamento, per la stesura di un piano convincente da presentare a Bruxelles per accedere ai 209 miliardi di fondi Ue e, in parallelo, per la messa a punto delle prime misure già con la manovra.

PAROLA ALLE CAMERE, A SETTEMBRE NODO MES: Fare presto e bene è il mantra del governo, e la sanità, sottolinea il segretario dem Nicola Zingaretti deve essere al centro, usando anche il Mes.

La discussione, più volte rinviata, andrà affrontata sempre a settembre quando il governo sarà chiamato a rivedere il quadro macroeconomico con la Nota di aggiornamento al Def, con cui delineare il Piano di rilancio di una delle economie che più ha subito il contraccolpo della crisi e che finora più ha speso, 100 miliardi di deficit, per tamponarne gli effetti negativi.

Conte e Gualtieri hanno promesso un dibattito coinvolgendo il Parlamento, che intanto ha elaborato il metodo per dire la sua sulla spesa dei fondi anti-crisi: a partire da inizio settembre le commissioni Bilancio di Camera e Senato, affiancate probabilmente dalle commissioni Politiche Ue, avvieranno un ciclo di audizioni – parti sociali ma anche i ministeri più direttamente coinvolti nella stesura del piano –  “sulle priorità per l’utilizzo del Recovery Fund” che dovrebbe chiudersi con un voto in Aula che impegni il governo in vista della Nadef.

Il documento con le nuove stime di crescita, deficit e debito andrà chiuso entro il 27 settembre e dovrebbe contenere anche il Piano per il rilancio annunciato da Gualtieri a inizio luglio con la presentazione del piano nazionale di Riforma.

All’interno di quel piano, più ampio e che dovrebbe contenere anche le riforme “auto-finanziate” come quella del fisco, si dovrebbero definire anche i progetti che saranno sostenuti con le nuove risorse comunitarie, e che saranno a loro volta inviati a Bruxelles al massimo entro metà ottobre, insieme alle linee generali della manovra (il Draft Budgetary Plan).

CANTIERI E 4.0 PER SPINTA INVESTIMENTI: A Bruxelles il governo si presenterà con il decreto semplificazioni per accelerare i cantieri già diventato legge. Già a fine agosto la ministra Paola De Micheli ha promesso la lista delle opere da commissariare per fare ancora più in fretta, mentre con il decreto agosto sono stati liberati 5,5 miliardi per gli interventi degli enti locali, dalla manutenzione di strade e scuole all’efficienza energetica.

Alcune opere finiranno poi tra i capitoli del Recovery Plan, come la banda ultralarga ma anche, stando alle ultime indicazioni, il nuovo progetto per il Ponte sullo Stretto di Messina, su cui si registrerebbero perplessità, però, anche in casa Dem.

Per gli investimenti privati si guarda al potenziamento del programma Transizione 4.0 per le imprese, da rendere pluriennale e con agevolazioni più alte in settori specifici, ma potrebbero arrivare nuovi incentivi per favorire l’intervento del risparmio a sostegno dell’economia reale.

FISCO E LAVORO, DA SGRAVI AD ASSEGNO UNICO: l’altro grande capitolo, che intersecherà sia il recovery sia la manovra, sarà quello del calo delle tasse e della riduzione del cuneo fiscale – anche per sostenere le nuove assunzioni.

Nei piani ci sarebbe infatti non solo la già annunciata proroga per 10 anni della fiscalità di vantaggio al Sud ma anche un prolungamento degli incentivi alle assunzioni, introdotti per ora fino alla fine dell’anno come strumento di emergenza.

L’esecutivo conta poi di presentare con la legge di Bilancio la riforma degli ammortizzatori e, in parte in manovra con il decreto fiscale collegato, la riforma del fisco, che si accompagnerà alla realizzazione dell’assegno unico per i figli fino a 18 anni.

La riforma fiscale dovrebbe riguardare l’Irpef – sistema tedesco o riduzione del numero di aliquote ancora da decidere – e gli autonomi, con il passaggio dal sistema degli acconti ai pagamenti mese per mese.

(di Silvia Gasparetto/ANSA)

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