Da Pil a consumi, timori economia piegano le Borse

Italia termometro, investitori guardano anche i dazi Usa e voto Spd

MILANO.  – Le vendite al dettaglio statunitensi e cinesi cresciute meno delle attese, al pari della produzione industriale di Pechino. La stima flash sul pil dell’Eurozona che certifica un crollo record nel secondo trimestre.

E poi la stretta della Gran Bretagna sugli ingressi da Francia, Paesi Bassi, Monaco e Malta, con l’obbligo della quarantena per evitare una recrudescenza dell’epidemia di Covid19.

I timori per gli effetti del coronavirus e per l’andamento tutt’altro che rassicurante della pandemia hanno tenuto banco sui listini europei, che hanno chiuso tutti in robusto ribasso, bissando la seduta di ieri. Parigi ha perso l’1,6%, Londra l’1,5%, Milano l’1,1% e Francoforte lo 0,7%.

Le vendite al dettaglio Usa, cresciute a luglio solo dell’1,2% dopo il +8,4% di giugno (e meno del 2,1% atteso dagli analisti), segnalano come i consumi degli americani fatichino a riprendersi mentre crescono i casi di coronavirus e la disoccupazione resta elevata.

Non ingrana come dovrebbe neppure la produzione industriale cinese, salita a luglio del 4,8% e non del 5,2% che ci si aspettava. Mentre il lockdown ha provocato un calo record non solo del pil dell’Eurozona del secondo trimestre (-12,1%) ma anche degli occupati (-2,8%), con 4,9 milioni di senza lavoro in più.Questi dati decisamente indigesti non potevano che andare di traverso agli investitori.

Sui listini europei hanno sofferto i titoli del turismo e le compagnie aeree, che guardano con terrore a un nuovo lockdown e hanno scontato i numeri in crescita dei contagi in diversi Paesi, come Spagna e Francia, come pure la decisione della Gran Bretagna di estendere la lista dei Paesi per i quali – in caso di ingresso sul suolo britannico – vige l’obbligo di quarantena.

A farne le spese sono stati soprattutto compagnie aeree e titoli del turismo come Easyjet (-6,5%), Iag (-4,8%), il tour operator Tui (-8,4%) e la catena alberghiera Accor (-3,9%).

A Piazza Affari hanno sofferto Atlantia (-3,2%) e Mps (-3,4%), la prima che ha pagato il pressing della politica per una rapida uscita dei Benetton da Autostrade, la seconda le scoraggianti previsioni contenute nella semestrale.

Gli investitori non hanno avuto neppure conforto nell’attesa di un nuovo piano di stimoli fiscali da parte degli Usa. L’accordo tra democratici e repubblicani stenta ad arrivare e difficilmente potrà nascere qualcosa di buono prima di settembre.

(di Paolo Algisi/ANSA)

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