‘Ndrangheta, droga e armi tra l’Italia e la Francia

Operazione antidroga dei carabinieri a Roma
Operazione antidroga dei carabinieri. ANSA/ CARABINIERI

GENOVA. – L’hanno chiamata ‘Ponente’ perché proprio nel Ponente Ligure, tra l’Imperiese e il confine di Stato tutto è cominciato: fin dagli anni Ottanta la ‘ndrangheta calabrese al confino ha stretto collaborazione con i Marsigliesi per quanto riguarda droga e armi.

Oggi, ancora un’operazione nata dalla collaborazione tra la Dda genovese e il parquet di Marsiglia, tra i carabinieri del Ros e la Géndarmerie francese: trentatré arresti in Francia, 13 ordinanze cautelari in Italia, sequestri patrimoniali tra Italia, Portogallo e Francia per 900 mila euro e soprattutto la conferma del ruolo dominante della ‘ndrangheta calabrese nel traffico internazionale di droga e nell’assistenza ai latitanti all’estero in particolar modo in Costa Azzurra.

L’operazione ‘Ponente’ è stata perfezionata durante la notte: tra i destinatari dell’ordinanza cautelare in Italia Carmelo Sgrò, calabrese di Palmi residente nell’hinterland di Imperia legato da vincoli di parentela alla cosca Gallico (Sgrò da qualche mese si trova in carcere) mentre in Francia è indagato un narcotrafficante marsigliese, il cui nome verrà svelato domattina dagli inquirenti francesi ancora in attesa che venga convalidato l’arresto, in rapporti con la famiglia Magnoli di Gioia Tauro.

Per gli indagati italiani è scattata l’accusa a vario titolo e in concorso di associazione a delinquere di stampo mafioso, traffico di stupefacenti e armi e favoreggiamento mentre i francesi sono accusati di banda armata, rapina e traffico di armi e stupefacenti.

Uno dei reati di cui è accusato Carmelo Sgrò è relativo alla ‘copertura’ nel 2017 della latitanza di Filippo Morgante, 50 anni, considerato il reggente della cosca dei Gallico e ex braccio armato della cosca durante la faida con i Bruzzise. Condannato dal tribunale di Reggio Calabria a 18 anni per associazione mafiosa, detenzione di armi clandestine e associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, si era dato alla latitanza.

Era stato Sgrò, secondo gli inquirenti, a aiutarlo:prima l’aveva accolto a casa sua, a Arma di Taggia poi gli aveva procurato un’abitazione in Francia. Qui Morgante si è nascosto per una ventina di giorni prima di trasferirsi in un comune di provincia di Bergamo. Poi, Carmelo Sgrò l’ha aiutato a spostarsi in un’altra abitazione procurandogli documenti d’identità falsi. Infine ne ha organizzato il viaggio a Roma dove è stato arrestato.

Ma Sgrò, secondo gli inquirenti, ha un ruolo importante anche nel traffico internazionale di droga e armi tanto da essere considerato un vero e proprio ‘broker’. Le indagini del Ros, avviate nel 2018, hanno permesso di documentare numerose operazioni di traffico di droga e armi (kalashnikov ma anche le micidiali Skorpion) tra Sgrò e il criminale francese: capo delle reti operanti in Liguria e Costa Azzurra, con diramazioni in Belgio e Olanda, aveva ‘peso’ nell’organizzazione tanto da riuscire a pretendere dai marsigliesi il pagamento di grandi partite di droga senza colpo ferire.

(di Chiara Carenini/ANSA)