Wto: dazi Usa su Cina illegali. L’ira di Trump

Il logo dell'Organizzazione Mondiale del Commercio. (WTO per la sigla in inglerse).
Il logo dell'Organizzazione Mondiale del Commercio. (WTO per la sigla in inglerse).

NEW YORK.  – La Wto contro Donald Trump nella guerra commerciale con la Cina. I dazi imposti dal presidente americano sui prodotti “Made in Cina” nel 2018 violano le norme internazionali sugli scambi commerciali, e quindi illegali.

Dura la reazione della Casa Bianca, che con la Wto ha un contenzioso aperto da tempo. L’organismo internazionale è “completamente inadeguato a fermare le dannose pratiche della Cina”, tuona il rappresentante americano al commercio Robert Lighthizer, chiedendo una riforma dell’organismo internazionale.

“Agli Stati Uniti deve essere consentito di difendersi contro le pratiche commerciali scorrette, e l’amministrazione Trump non consentirà alla Cina di usare la Wto per approfittarsi dei lavoratori, delle imprese e degli agricoltori americani”, aggiunge Lighthizer.

La decisione dell’Organizzazione Mondiale del Commerciale di fatto non cambia nulla in quanto gli Stati Uniti possono opporre il proprio veto presentando appello nei prossimi 60 giorni. Di fatto però la conclusione della Wto rappresenta uno schiaffo “diplomático” alla política dell’America First di Donald Trump.

La Cina plaude alle conclusioni dell’organizzazione mondiale del commercio: “speriamo che gli Stati Uniti possano ora rispettare pienamente le decisioni” prese, afferma il ministero del Commercio, ritenendo “oggettiva ed equa” la mossa della Wton e ribadendo la necessità per la Cina di salvaguardare i propri diritti e interessi ricorrendo al meccanismo di risoluzione delle controversie presso l’organizzazione di Ginevra per contrastare “le pratiche illecite dell’unilateralismo e del protezionismo commerciale degli Stati Uniti.

Secondo la Wto, gli Stati Uniti non sono riusciti a dimostrare che i dazi sui prodotti Made in China erano giustificati.

Trump li ha imposti in base alla Section 301 del Trade Act del 1974, che concede al presidente l’autorità dei imporre dazi e restrizioni all’import quando un paese straniero opta per pratiche commerciali che hanno un impatto sugli scambi commerciali americani. L’amministrazione Trump li ha varati rivendicandone la necessità a fronte delle violazioni della proprietà intellettuale perpetrate da Pechino.

Spiegazioni che non hanno fatto breccia sulla Wto, dalla quale è arrivato uno schiaffo pesante, anche se solo simbolico, all’America First che Trump sta rilanciando in campagna elettorale.