Nuove sanzioni Usa, all’Onu è scontro sull’Iran

Veduta dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite.
Veduta dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite. (ANSA)

WASHINGTON.  – Lo scontro sull’Iran e il duro confronto tra Donald Trump e Xi Jinping: così parte l’Assemblea generale delle Nazioni Unite, che si preannuncia tra le più contrastate degli ultimi decenni.

Del resto sia la sfida lanciata dal presidente Usa al resto del mondo con le nuove sanzioni a Teheran, sia le crescenti tensioni tra Washington e Pechino, i due principali stati finanziatori dell’Onu, mettono a serio rischio il funzionamento di un’istituzione che ha garantito la pace per 75 anni.

Così mentre la kermesse al Palazzo di Vetro di New York, per la prima volta in formato “virtuale” a causa della pandemia, si apriva con la celebrazione dell’anniversario della nascita delle Nazioni Unite, il segretario di stato americano Mike Pompeo annunciava in conferenza stampa una nuova ondata di sanzioni contro Teheran, sanzioni che erano state sospese con l’accordo sul programma nucleare iraniano del 2015.

Si tratta di misure che colpiscono il ministero della difesa e l’organizzazione per l’energia atomica dell’Iran, ma anche il regime venezuelano di Nicolas Maduro accusato di aiutare Teheran ad aggirare l’embargo sulle armi.

Una mossa questa nettamente contrastata dai vertici del Palazzo di Vetro, dall’Europa e dalla maggior parte degli alleati americani, oltre che dalla Russia di Vladimir Putin. “Le Nazioni Unite non sosterranno la reimposizione delle sanzioni all’Iran fino a quando non avranno il via libera dal Consiglio di Sicurezza”, ha chiarito il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres, che in una lettera inviata al presidente di turno dei “Quindici” ha contestato il fatto che l’amministrazione Trump possa varare misure che erano state “congélate” nell’ambito dell’intesa da cui gli Usa si sono di fatto ritirati nel 2018.

Alta tensione dunque a poche ore dall’intervento in assemblea sia di Trump che del presidente iraniano Hassan Rohani, con un duello a distanza che si preannuncia di fuoco. Così come quello tra il tycoon americano e il presidente cinese che mancava dall’Assemblea generale dell’Onu da ben cinque anni.

E se Xi nel messaggio per i 75 anni dell’Onu ha ribadito come la Cina “continua ad essere un’ardente seguace del multilateralismo”, lanciando un appello per il mantenimento della cooperazione internazionale a partire dalla pandemia, Trump è pronto a sferrare un nuovo attacco alle Nazioni Unite in tutte le sue ramificazioni: dall’Organizzazione mondiale della sanità, all’Organizzazione mondiale per il commercio, all’Unesco.

Un intervento quello del tycoon (che alla fine ha rinunciato come gli altri leader alla sua presenza al Palazzo di Vetro) che è stato anticipato per grandi linee dalla vice ambasciatrice Usa all’Onu, Cherith Norman Chalet: “La Carta dell’Onu inizia come la Costituzione degli Stati Uniti con le parole “Noi, il Popolo”. Come il governo, le istituzioni multilaterali esistono per servire il popolo. Tuttavia – ha attaccato la diplomática Usa – l’Onu ha resistito a lungo a riforme significative, spesso priva di trasparenza e troppo vulnerabile all’agenda di regimi autocratici e dittature”.

Un chiaro riferimento all’Oms, che Trump ha definito “un burattino nelle mani della Cina”, accusando di aver coperto le responsabilità di Pechino sulla diffusione del coronavirus.

Attesi nelle prossime ore anche dei discorsi di Vladimir Putin, anch’egli assente dal 2015, del presidente turco Recep Tayyip Erdogan, e di quello francese Emmanuel Macron. Ad aprire gli interventi dei leader come sempre il presidente del Brasile, Jair Bolsonaro.

(di Ugo Caltagirone/ANSA)

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