Ciclismo: da Tour a Italia, è ora di Mondiali e Giro

Vincenzo Nibali della Bahrain Merida in azione sulle salite del Tour de France.
Vincenzo Nibali in azione sulle salite del Tour de France. Immagine d'archivio. EPA/YOAN VALAT

ROMA. – “Devo ancora provare il tracciato, ma per domenica mi aspetto una gara lunga e impegnativa, come quelle che piacciono a me”. Dopo aver vinto il Tour, il nuovo fenomeno del ciclismo Tadej Pogacar punta il Mondiale di domenica a Imola.

Il ciclismo del post lockdown non si ferma più, e la grande corsa francese passa il testimone alle gare iridate che si concluderanno nell’Autodromo Enzo e Dino Ferrari, in attesa che, il 3 ottobre in Sicilia, cominci il Giro d’Italia. A proposito del quale bisogna ricordare che come “Cima Coppi” avrà i 2.758 metri d’altezza dello Stelvio, e prevede anche la “Montagna Pantanì” a Piancavallo, e la “Tappa Bartalì” da Alba a Sestriere.

Ma intanto il pedale azzurro deve onorare Imola, mezzo secolo dopo l’impresa di Vittorio Adorni, e in un contesto inevitabilmente condizionato dai vincoli imposti dalla situazione sanitaria, con soli quattro giorni di gare, riservati alla categoria Elite. Le prove in linea si disputeranno su un circuito di 28,8 km da percorrere più volte tra le colline del bolognese e del ravennate.

L’Italia sogna anche l’oro nella crono, con un Filippo Ganna, l’uomo dei record, annunciato in forma smagliante. Nella prova in linea, di cui i principali favoriti sono Julian Alaphilippe e Wout van Aert (ma si candida anche Tom Dumoulin che dice “dopo un buon Tour, voglio il Mondiale di Imola”), si punta invece su Vincenzo Nibali, per il quale il Giro sarà la prova del nove ma che intanto pensa all’iride.

Per lui, e tutti gli altri (fra gli azzurri non ci sarà Trentin, secondo l’anno scorso), ci  saranno da percorrere nove giri di un circuito di  28,8 km con 5000 metri di dislivello e 258,2 chilometri totali di gara. Il circuito comprenderà due salite insidiose come Mazzolano e Cima Gallisterna.

Indosserà la  maglia azzurra anche l’unico italiano che si sia salvato dal disastro, in salsa nostrana, del Tour, quel Damiano Caruso che ha chiuso al decimo posto nella classifica generale dopo aver fatto da gregario a Mikel Landa. Altro reduce dal Tour in corsa ad Imola sarà Alberto Bettiol. La maggiore delusione in Francia è stato Elia Viviani, che a Imola non ci sarà e cercherà il riscatto sulle strade della corsa rosa.

Sul Mondiale, e sulle possibilità che Pogacar possa emulare Greg lemond che conquistò Tour e maglia iridata nella stessa stagione (era il 1989) dice la sua il grande Eddy Merckx: “mi viene in mente il nostro Evenpoel (fermo dopo il grave incidente nel Lombardia n.d.r.) e onestamente non penso che sarebbe capace di tener testa a questo giovane sloveno. Sono veramente curioso di vedere come andrà”.

Intanto si è appreso che durante il Tour Nairo Quintana e la sua squadra hanno ricevuto la visita della Gendarmeria, che perquisito, il 16 settembre scorso, l’albergo del colombiano nell’ambito di un’inchiesta preliminare da parte dell’Ufficio Centrale della Lotta contro le offese all’Ambiente e alla Salute Pubblica. Nulla di più è emerso, e al colombiano rimane la delusione di un Tour corso davvero sotto tono, e chiuso in 17/a posizione.

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