Lunedì nero per le Borse, timori di nuovi lockdown

Un passante cammina davanti a uno schermo della borsa che mostra le quotazioni nei mercatdi di Tokyo, Shangai e New York, in una strada di Tokyo, Giappone.
Un passante cammina davanti a uno schermo della borsa che mostra le quotazioni nei mercatdi di Tokyo, Shangai e New York, in una strada di Tokyo, Giappone. (ANSA/EPA/KIMIMASA MAYAMA)

MILANO.  – Il Covid-19 torna a fare tremare le Borse. Metà della Francia è “zona rossa”, mentre domenica i nuovi casi sono stati oltre 10.000. Niente lockdown, ma ulteriori restrizioni ai “contatti sociali” in Gran Bretagna, che ha contato oltre 4.000 nuovi contagi nelle ultime 24 ore.

Chiusura invece in sei quartieri di Madrid per la settimana prossima, con tanto di poliziotti a pattugliare, mentre gli Usa vanno verso i 200.000 morti. Sono alcuni dei numeri che hanno portato i listini europei e Wall Street dentro un lunedì nero, dopo che l’Asia aveva già chiuso in calo sugli stessi timori.

Per fare invertire la rotta ai listini non sono bastate le parole del vertice della Bce, che sembrano aspettare le azioni concrete: nulla si è mosso di fronte ai ragionamenti sulla crisi portati dalla presidente, Christine Lagarde, all’Assemblea parlamentare franco-tedesca, che ha parlato di “ripresa economica molto incerta”, ma anche di una Bce pronta ad agire sull’euro, adeguando “tutti i suoi strumenti, per assicurare la convergenza dell’inflazione verso il suo obiettivo”. Oro in calo (-1,2%) a 1.907 dollari l’oncia a sera.

L’indice d’area del Vecchio continente ha ceduto il 3,2%, sotto il peso della finanza (-4,8%) e delle banche in particolare (-5,4%). Ad avere la peggio sono stati Ing (-9,2%), dopo che un quotidiano polacco ha scritto di centinaia di milioni di dollari di denaro russo e ucraino riciclati attraverso Ing Bank Slaski  e trasferiti in paradisi fiscali, SocGen (-7,6%), Abn Amro (-6,7%).

Giù anche  Hsbc (-5,2%) e Standard Chartered (-5,8%), quest’ultime con l’ombra di implicazioni in riciclaggio, secondo un’ inchiesta, in collaborazione con BuzzFeed News, dell’International Consortium of Investigative Journalists, lo stesso che porto alle cronache i Panama Papers sui paradisi fiscali.

In Italia pesanti Unicredit (-6,1%), Banco Bpm (-5,8%) e Intesa (-4,6%), nonostante lo spread chiuso in calo a 144,6 punti, in una giornata in cui si sono concluse le votazioni per il referendum costituzionale, oltre a regionali e comunali in alcune aree.

Deciso tonfo per i petroliferi (-3,8%), in particolare per Eni (-5,9%), Total (-4,4%) e Aker (-4,2%), mentre il petrolio cala in modo deciso ( wti -4,7% verso sera) a 38,1 dollari al barile, con l’aumento della produzione della Libia e un terzo uragano in arrivo nel Golfo del Messico che rischia di bloccare temporaneamente quella dell’area.

Pesante il comparto auto, da Renault (-7,7%) a Volkswagen (-5,9%), mentre tra i camion trema quella che si era presentata come la Tesla del settore, Nikola (-18% a Wall Street a mercati ancora aperti), col terremoto ai suoi vertici, tirandosi dietro Gm (-5,9% a Wall Street) e Cnh (-8% a Milano), con cui ha delle partnership. Sofferente l’industria, da Nel Asa (-16,6% a Oslo) a Roll Royce (-10,8% a Londra).

Tengono i beni di prima necessità e qualche titolo tra i farmaceutici, come Diasorin (+1,1%), Getinge (+1,3%) e BioMerieux (+1,7%), con gli analisti a evidenziare il peso dei test di diagnostica, mentre crescono i timori per il Covid 19.

(di Claudia Tomatis/ANSA)