Banche: l’ombra del riciclaggio sui big del credito

Un uomo passa davanti ad una agenzia del Deutsche Bank a Londra.
Un uomo passa davanti ad una agenzia del Deutsche Bank a Londra. EPA/FACUNDO ARRIZABALAGA

MILANO.  – L’ombra riciclaggio investe le grandi banche globali.  Un’ inchiesta dell’International Consortium of Investigative Journalists (ICIJ) , lo stesso che fece deflagrare lo scandalo dei paradisi fiscali noto come Panama Papers, ha portato alla luce del sole, in collaborazione con BuzzFeed News, 2.100 segnalazioni di attività sospette alle autorità statunitensi effettuate tra il 1999 e il 2017: si tratta di circa 2.000 miliardi di dollari in transazioni segnalate come possibile riciclaggio di denaro o altre attività criminali.

La marea di documenti coinvolge in 170 paesi i peggiori soggetti, da gruppo criminali a narcotrafficanti, da oligarchi a organizzazioni  terroristiche.

A essere coinvolte, per maggior numero di operazioni,  sono i colossi del credito Deutsche Bank , Bank of New York Mellon, Standard Chartered, Jp Morgan e Hsbc e non manca seppur con importi più ridotti la francese Socgen mentre per valore delle attività è la banca tedesca a guadagnare il non invidiabile primato per l’ammontare di soldi sospetti.

Nella lista delle banche, presenti in tutto il mondo,  non compaiono istituti italiani. Ma questo non ha evitato che le vendite, partite dalla borsa di Hong Kong dove Hsbc ha perso il 5,2% per poi soffrire anche a Londra (-5,3%)  si siano estesi su tutti i titoli bancari, compresi quelli quotati a Piazza Affari come Unicredit (-6,1%).

Dai documenti sulle attività sospette depositate dalle stesse banche internazionali, molte della quali americane, alla divisione Financial Crimes Enforcement Network (FinCEN) del Dipartimento del Tesoro Usa, è emerso che  in alcuni casi i gruppi bancari hanno continuato a spostare fondi illeciti nonostante le dure sanzioni comminate dagli Stati Uniti. Tra questi ci sono Hsbc, Standard Chartered (-6,1% alla Borsa di Hong Kong, -5,8% a Londra)  e Bank of New York Mellon.

Per quanto riguarda Hsbc in particolare il crollo sulla piazza asiatica è legato anche al rischio che il governo ciñese stia per inserire la banca nella lista di “entità inaffidabili” col rischio di sanzioni fino a includere il divieto di investire in Cina e il divieto al suo personale di entrare nel paese.

“Cerchiamo di lavorare attivamente con le forze dell’ordine su aree prioritarie e, nei casi a rischio più elevato, abbiamo limitato o abbandonato i clienti”, sottolinea invece Standard Chartered in merito alle indiscrezione riportate dai media legate a segnalazioni di attività sospette depositate presso la U.S Financial Crimes Enforcement Network.

In Europa, dove alla fine l’indice Eutostoxx delle banche ha lasciato sul terreno il 5,4%, in un lunedi’ nero per i listini legato all’espandersi del covid e dei lockdown estesi ad ampie zone dei Paesi, a partire dalla Francia, la peggiore è stata proprio la Socgen (-7,7%) nella piazza finanziaria di Parigi. Ma la chiusura in profondo rosso è per tutte le principali Borse europee.

La peggiore è stata Francoforte (-4,37%) a 12.542 punti, seguita da Parigi (-3,74%) a 4.792 punti, Madrid (-3,43%) a 6.692 punti e Londra (-3,38%) a 5.804 punti. A risollevare il morale degli investitori non è bastato neanche l’intervento della presidente della Banca centrale europea, Christine Lagarde all’Assemblea parlamentare franco-tedesca.

Le vendite hanno piegato nel corso della seduta, per poi farsi meno pesanti, anche Ing (-2,8%) dopo che un quotidiano polacco ha scritto di centinaia di milioni di dollari di denaro russo e ucraino riciclati attraverso Ing Bank Slaski  e trasferiti in paradisi fiscali come Cipro almeno fino al 2016.

(di Marcella Merlo/ANSA)

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