Il killer è nullatenente, le spese del processo a carico della vittima

Gli abitanti dei quartieri Spagnoli rendono l'ultimo saluto a Nicola Sarpa, il giovane ucciso da un proiettile vagante la notte di capodanno
Gli abitanti dei quartieri Spagnoli rendono l'ultimo saluto a Nicola Sarpa, il giovane ucciso da un proiettile vagante la notte di capodanno ANSA/CESARE ABBATE/

NAPOLI. – L’assassina è nullatenente e le spese del processo per omicidio, quasi 17mila euro vengono addebitate alla famiglia della vittima: è successo a una famiglia napoletana che, nel 2009, nelle prime ore del primo giorno dell’anno si vide strappare alla vita un figlio di appena 24 anni, Nicola Sarpa, raggiunto da un colpo di pistola vagante mentre era affacciato al balcone di casa.

A sparare, secondo gli inquirenti e i giudici, fu Emanuela Terracciano, all’epoca 22enne, figlia del defunto boss Salvatore detto “‘o nirone”. La ragazza, a distanza di due giorni da quel tragico episodio, si costituì nel carcere casertano di Santa Maria Capua Vetere.

Nicola però non fu vittima del becero modo di festeggiare il Capodanno, ma di un gesto frutto della prepotenza, che oggi viene chiamato “stesa”, un raid con colpi d’arma da fuoco, in sostanza, esplosi all’impazzata per dimostrare il potere di un gruppo malavitoso nel quartiere.

A rendere nota la storia è l’avvocato Angelo Pisani, presidente di NoiConsumatori, legale della famiglia Sarpa. La cartella esattoriale, con richiesta perentoria di 16.080,89 euro, è stata addebitata oggi e l’unica colpa dei Sarpa spiegano gli avvocati Angelo e Sergio Pisani, “è essersi costituita parte civile nel processo”.

Emanuela Terracciano, è stata condannata in via definitiva a 8 anni di reclusione per quella morte, oltre che al risarcimento, in sede civile, di oltre 626mila euro e al pagamento delle spese processuali. “Ma la donna è nullatenente”, ribadisce con forza Angelo Pisani che ora spera in un intervento del Presidente della Repubblica: “Questa normativa si sta rivelando una beffa per le vittime della criminalità, di questo passo – sottolinea – i carnefici non verranno più denunciati”.

Il presidente di NoiConsumatori invoca la cancellazione di questa cartella che definisce “assurda”. “Alla famiglia è stato dato anche il gratuito patrocinio per difendersi dalla criminalità e adesso arriva la pretesa del pagamento da parte dell’Agenzia delle Entrate”.

Intanto l’assassina di Nicola ha pagato il suo debito con la Giustizia e è libera. “Lo Stato, – conclude l’avvocato Angelo Pisani – non ha saputo garantire sicurezza e la vita del giovane colpito a morte mentre era sul balcone e ora pretende anche i soldi dalla mamma e fratelli della vittima: una beffa in danno di chi già ha sofferto e non avrà alcun risarcimento”.

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