Impresentabile per l’Antimafia, tra i più votati in Val d’Aosta

Fenis (Aosta), scrutinio schede elezioni
Fenis (Aosta), scrutinio schede elezioni. (ANSA)

AOSTA. – In Valle d’Aosta per tutti è l'”Imperatore” o ‘Rolly’, per gli amici più semplicemente è ‘Guste’. Augusto Rollandin è un’ “istituzione” ai piedi del Monte Bianco. Sei volte presidente della Regione, ex senatore, più volte assessore, ex presidente della Compagnia valdostana delle acque, ha attraversato da primattore gli ultimi 30 anni della politica valdostana.

Con 13.907 preferenze nel 2013 è stato il candidato più votato di sempre alle Regionali valdostane, un primato destinato a durare a lungo. Non lo hanno fermato le crisi politiche, le scissioni nell’Union valdotaine (movimento che ha guidato e in cui ha militato a lungo), le inchieste giudiziarie.

Neanche la condanna al risarcimento di 4,5 milioni di euro inflittagli in primo grado dalla Corte dei Conti per i fondi regionali erogati alla Casinò de la Vallée spa tra il 2012 e il 2015 (l’Appello è previsto a metà ottobre). Nemmeno la condanna per corruzione (4 anni e sei mesi), arrivata nel 2019 con la conseguente sospensione dal Consiglio Valle in base alla legge Severino. E neanche le intercettazioni telefoniche di un’inchiesta sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta in Valle d’Aosta nelle quali il suo nome è saltato fuori più volte.

Imperturbabile e risoluto, nel luglio scorso Augusto Rollandin – dopo aver lasciato l’Union valdotaine – ha raccolto alcuni fedelissimi e ha fondato un nuovo movimento, ‘Pour l’Autonomie’, con cui si è presentato alle Regionali. “Niente comizi ma contatto diretto con le persone” è stato il principio che ha animato la sua campagna elettorale.

Solo venerdì scorso su di lui si è abbattuto il giudizio perentorio della Commissione Antimafia , che lo ha definito ‘Impresentabile’ come candidato. Un’etichetta che gli è scivolata addosso e che non lo ha turbato più di tanto. Alla fine la sua lista ha ottenuto il 6,36%, eleggendo ben tre rappresentanti in Consiglio Valle.

Il primo, neanche a dirlo, è stato proprio lui con 1.063 preferenze, un ‘ricco’ bottino che lo porta ad essere il quarto più votato in assoluto in questa tornata elettorale. Dalla chiusura dei seggi il suo telefono è rimasto spento. Nessun commento, solo un lapidario “Non è stato facile”.

Adesso tornerà a sedersi nei banchi dell’Assemblea valdostana, ma non prima di novembre quando scadrà la sospensione della Severino. E tutti dovranno tornare a fare i conti con l'”Imperatore”.