Trump vieta sigari e rum da Cuba per vincere in Florida

Il presidente Usa Donald Trump durante un comizio. Immagine d'archivio.
Il presidente Usa Donald Trump. (Ansa)

WASHINGTON.  – Stop ai soggiorni negli hotel di proprietà del governo cubano e ulteriori restrizioni all’import di sigari e rum: Donald Trump annuncia nuove sanzioni contro L’Avana per corteggiare la vasta comunità latina in Florida, uno degli Stati più in bilico che deve vincere assolutamente per poter sperare nella rielezione.

“Molto presto vedremo una Cuba libera”, assicura alla Casa Bianca in una cerimonia per i veterani della fallita invasione della baia dei Porci contro Fidel Castro e i 40 anni dell’esodo di Mariel, che portò 120 mila cubani a Miami. Ma la sua promessa va oltre, per conquistare anche gli altri esuli ispanici: “Siamo a fianco di tutti i cittadini di Cuba, Nicaragua e Venezuela nella loro lotta per la libertà e lavoriamo per il giorno in cui questo diventerà un emisfero completamente libero per la prima volta nella storia”.

“L’America non sarà mai un Paese socialista o comunista”, tuona, rivendicando di aver cancellato l’accordo “patetico” con la dittatura di Castro del governo Obama-Biden, che aveva ripristinato le relazioni diplomatiche e revocato varie restrizioni turistico-commerciali.

Una mossa chiaramente elettorale, in un momento in cui un sondaggio Washington Post-Abc lo dà in leggero vantaggio sul suo rivale Joe Biden tra i probabili elettori della Florida (51% a 47%) e dell’Arizona (49% a 48%), anche se un’altra rilevazione della Langer Research Associates tra gli elettori registrati indica l’ex vicepresidente avanti di un punto nel Sunshine State e di due punti nello Stato della Sun Belt.

In ogni caso si tratta di scarti lievi, dentro il margine di errore, a conferma di un possibile testa a testa in due Stati con forti comunità ispaniche che Trump vinse nel 2016 rispettivamente dell’1,3% e del 4,1%.

Per Biden è un campanello d’allarme, nonostante nella media dei sondaggi di RealClearPolitics sia avanti a livello nazionale del 6,8% (49,8% a 43%). In Florida gli esuli cubani e venezuelani tendono ad essere più conservatori e a votare repubblicano, tanto che l’ex vicepresidente ha puntato sui portoricani.

Da vedere invece se in Arizona potrà contare anche sull’effetto dell’endorsement di Cindy McCain, la vedova dell’ex senatore repubblicano di questo Stato John McCain, già candidato alla Casa Bianca e tra i critici più feroci di Trump. “Siamo repubblicani, ma prima di tutto siamo americani, e Biden è l’unico candidato che lotta per i valori della nostra nazione”, ha spiegato la donna, che alla convention dem aveva già parlato della lunga amicizia tra i due quando erano senatori.

Sprezzante la reazione su Twitter del capo della Casa Bianca: “La conosco a malapena se non per averla messa in una commissione su richiesta di suo marito. Joe Biden era il cagnolino di John McCain. Quante cattive decisioni insieme sulle guerre senza fine. Non sono mai stato un fan di John. Cindy può tenersi Sleepy Joe!”.

Trump conta invece sull’effetto della sua terza nomina conservatrice alla Corte suprema dopo la morte dell’icona liberal Ruth Bader Ginsburg, cui renderà omaggio giovedì tra timori di contestazioni.

E sui risultati dell’indagine del Senato su Hunter Biden, il figlio del suo rivale: nessuna conferma di reati ma la conclusione è che il suo incarico nel board della società energetica ucraina Burisma quando il padre gestiva le relazioni con Kiev “gettava un’ombra sul lavoro di coloro che promuovevano le riforme anti corruzione in Ucraina”, creando la percezione di un “conflitto di interesse”.

Una carta che il presidente potrebbe giocarsi nel primo duello tv della prossima settimana.

(di Claudio Salvalaggio/ANSA)