Supercoppa: Bayern-Siviglia è anche sfida al Covid

I giocatori del Bayern festeggiano la UEFA Champions League dopo la vittoria sul Psg
I giocatori del Bayern festeggiano la UEFA Champions League dopo la vittoria sul Psg . EPA/Miguel A. Lopes / POOL

ROMA. – “Ho davvero mal di pancia quando penso a questa finale di Supercoppa contro il Siviglia. E pensó che lo stomaco di tutti stia ribollendo, perché questo match si svolgerà in una città, Budapest,  con un tasso di infezione di oltre 100, il doppio di quello di Monaco. Questo è un aspetto che deve essere preso sul serio, noi comunque faremo tutto con estrema prudenza”.

Le parole del presidente del Bayern Monaco, Karl-Heinz Rummenigge, descrivono al meglio l’atmosfera che caratterizza questa strana finale che assegna il primo trofeo continentale della stagione. L’Uefa è in cerca di normalità, e parla di “progetto pilota” per il ritorno del pubblico negli stadi, il governo ungherese è ottimista nonostante la risalita dei contagi.

Ecco allora che nella “Puskas Arena” potranno essere presenti ventimila spettatori in un impianto che ne può contenere 65mila. Ammessi contingenti di sostenitori tedeschi e spagnoli, ma in molti hanno preferito rinunciare: quelli del Bayern, secondo quanto ha fatto sapere il club, dovrebbero essere 1.300, e Rummenigge ha garantito che “al ritorno, saranno tutti sottoposti a tampone in aeroporto”, mentre in duemila hanno preferito restituire i tagliandi.

Solo cinquecento, dati alla mano, i supporter del Siviglia “ma nessuno all’arrivo in Ungheria ci ha controllato, chiesto autocertificazioni o risultati di esami”, ha raccontato uno di loro, Manuel al “Diario De Sevilla”.

E a proposito dei media, alcuni di quelli tedeschi, come Sky Deutschland e Zdf, hanno rinunciato ad essere presenti “in loco” perché questa partita che è anche una sfida al Covid si può seguire da lontano. Oltretutto, dalle autorità tedesche Budapest è considerata zona attualmente ad alto rischio.

Contrario alla presenza del pubblico è anche il sindaco della capitale ungherese,  Gergely Karacsony: “se avessi avuto io il potere di decidere, questa partita si sarebbe giocata a porte chiuse”.

Invece ai “piani superiori” hanno stabilito che così non dovesse essere e si gioca sperando che questa finale non si riveli a posteriori un focolaio di contagi. Insomma, a Budapest minimizzano, e anche per la federcalcio dell’Ungheria è tutto a posto. Non rimane che provare a pensare al calcio giocato: “”non capita tutti i giorni di affrontare la miglior squadra del mondo – dice il tecnico del Siviglia, Julen Lopetegui -, e ora vorremmo di nuovo stupire”.

“Prendo questa partita sul serio, voglio i miei concentrati al 100% – ribatte Hansi Flick -, e ovviamente vincere. Viste le caratteristiche delle due squadre, sarà un top match: aspettatevi molto dal punto di vista del gioco”. Ma la vera sfida da vincere, viene da aggiungere, è quella per la salute.

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