La minaccia di Trump, transizione pacifica a rischio

Il presidente Usa Donald Trump durante un comizio. Immagine d'archivio.
Il presidente Usa Donald Trump. (Ansa)

WASHINGTON.  – “Vedremo quello che succede…”. Donald Trump risponde così a chi gli chiede se ci sarà una transizione pacifica in caso di vittoria di Joe Biden il prossimo 3 novembre.

Ed è una risposta che pesa come un macigno, e che alimenta quello che viene considerato il peggior incubo di queste elezioni americane: un presidente che per la prima volta nella storia potrebbe rifiutarsi di accettare il responso delle urne.

Del resto sono settimane che Trump agita lo spettro di elezioni truccate, puntando il dito soprattutto sul voto per posta, un sistema che l’emergenza pandemia ha reso più che mai indispensabile in un Paese dove oramai si sfiorano i 7 milioni di casi di contagio e le vittime superano le 202 mila. Così una campagna elettorale già ad altissima tensione, con lo scontro sulla Corte Suprema e le proteste razziali che tornano a rialzare la testa, rischia di finire nel peggiore dei modi.

Tanto che l’establishment del partito repubblicano è stato costretto a prendere immediatamente le distanze dalle esternazioni del presidente. “Ci sarà una transizione ordinata”, ha assicurato il leader dei senatori repubblicani, Mitch McConnell, pur senza mai nominare o criticare direttamente  Trump: “Il vincitore delle elezioni di novembre si insedierà il prossimo 20 gennaio, esattamente come è avvenuto ogni quattro anni dal 1792”, ha aggiunto il senatore.

Più netta la reazione dell’ex candidato alla Casa Bianca Mitt Romney, che ha definito l’ipotesi di un rifiuto del risultato del voto “impensabile e inaccettabile”: “É uno dei fondamentali della democrazia che non può essere assolutamente messo in discussione”. “Sosterremo in ogni modo la Costituzione che garantisce un pacifico passaggio dei poteri da un presidente all’altro”, ha assicurato anche la deputata Liz Cheney, figlia dell’ex vicepresidente Dick Cheney.

I democratici definiscono le parole di Trump “vergognose” e le considerano in tempi di tensioni sociali un pericoloso messaggio inviato alla sua base, allo zoccolo duro dei suoi sostenitori.

“Nessuna sorpresa”, ha commentato la speaker della Camera Nancy Pelosi, affermando come Trump abbia sempre dimostrato “disprezzo” per le regole e per l’autorità.

Intanto il presidente è stato vivacemente contestato in occasione della sua visita alla Corte Suprema, dove si è recato con la first lady Melania per rendere omaggio alla giudice Ruth Bader Ginsburg. Mentre (indossando stavolta una mascherina) era in silenzio davanti al feretro decine di contestatori – come testimoniano le immagini tv e postate sui social media – hanno continuato a scandire in coro slogan come “Cacciatelo via col voto!”, o “Rispetta le sue volontà!”.

Quest’ultimo un riferimento al desiderio espresso prima di morire dalla Ginsburg: procedere alla nomina del suo successore dopo le elezioni presidenziali e dopo l’insediamento del nuovo Congresso. Desiderio che si scontra con la volontà di Trump di procedere il più velocemente possibile, con la nomina del nuovo giudice attesa già per sabato.

Tre giorni dopo, martedì 29 settembre, il primo duello tv con Biden.  E se l’ex vicepresidente deve stare attento ad alcuni Stati chiave come la Florida e l’Arizona, per Trump suona il campanello d’allarme in tre Stati vinti nel 2016: Texas, Georgia e Iowa. Secondo l’ultimo sondaggio condotto dal Siena College per il New York Times, in Texas il presidente americano è in vantaggio su Joe Biden di soli tre punti (46% a 43%).

In Georgia è un vero e proprio testa a testa, con entrambi i candidati al 45%, mentre in Iowa Trump è avanti di soli tre punti (45% a 42%).

(di Ugo Caltagirone/ANSA)

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