Visco benedice il Mes, Pd in pressing su Conte e M5s

Il governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco.
Il governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco. ANSA/LUCA ZENNARO

ROMA. – Mentre la maggioranza cercava faticosamente di mantenersi in surplace, è arrivata la spinta del governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, che sul Mes non ha dubbi: “Da un punto di vista economico, ha solamente vantaggi”.

Non è una posizione politica. Ma pesa sui rapporti di governo, perché il Mes piace a tutti gli alleati, meno che al M5s. Per questo il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, non si è mai espresso direttamente, rinviando la decisione a un dibattito in Parlamento. L’uso dei miliardi in arrivo dall’Europa col Recovery Fund – e magari col Mes – sarà un nuovo test della verità.

“Ne va della credibilità di questo governo e di tutto il sistema Paese – ha riconosciuto Conte – Non possiamo fallire su questo progetto”. Il Mes ammonta a 36 miliardi, il Recovery a 209. Eppure, per la tenuta della maggioranza il primo vale di più. Il Pd è schierato al gran completo sul fronte del Sì. All’attacco c’è il segretario, Nicola Zingaretti.

Ma preme anche il presidente della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini: “Ho il massimo rispetto per le fibrillazioni di tutti – ha detto al Corriere -, ma come si fa a rinunciare a 36 miliardi di euro?”.

Le “fibrillazioni di tutti” sono quelle del M5s. E non sembrano in via di soluzione. Anche Davide Casaleggio si è fatto vivo sul blog per rivendicare il ruolo del progetto Rousseau, “cuore pulsante” del Movimento. Aspettare che gli animi si plachino con gli Stati generali 5Stelle non è possibile. Il percorso inizierà subito, con un incontro a ore fra i ministri e il capo politico, Vito Crimi, in un luogo che vorrebbero rimanesse segreto.

Ma al Fatto Quotidiano, il Guardasigilli Alfonso Bonafede ha detto che gli Stati generali si dovranno chiudere “al massimo in un mese e mezzo”.

Sono tempi troppo lunghi per il Mes. Il governo deve iniziare a dire cosa farà con i miliardi dell’Europa già con la Nadef (la nota di aggiornamento al documento di economia e finanza), che sarebbe dovuta arrivare a inizio settimana ma che – giocoforza – slitterà di qualche giorno (punto di caduta più probabile il 30), magari anche di più.

Per il governatore di Bankitalia, l’unico “problema” del Mes è lo stigma, cioè la brutta impressione che potrebbe fare sugli investitori un Paese che fa ricorso ad aiuti esterni. Però, ha spiegato Visco, è anche vero che se poi lo Stato mostra di saper usare bene quei fondi “ha maggiori facilità di raccolta sul mercato”.

Per il resto, il Mes “si può utilizzare per uno scopo specifico, interventi in campo sanitario, e senza condizionalità. E’ un prestito a condizioni migliori di quelle del mercato e per un periodo prolungato”.

Il M5s non ha reagito alla spinta di Visco. E’ rimasto silente. Anche il Pd non ha fatto pesare l’endorsement del governatore. Si sono fatte sentire le opposizioni. La Lega, che è contraria al Mes, ha schierato Alberto Bagnai: Visco fa “propaganda spicciola per indirizzare la politica nazionale su una strada palesemente sbagliata”. Per Forza Italia, che è favorevole, Marisatella Gelmini ha invitato Conte a “prendere posizione”.

Visco non ha voluto sedersi nella platea dei molti che danno consigli al governo sul Recovery. Però ha “identificato i ritardi” del Paese, chiedendo di “operare sul basso livello di istruzione” e di “recuperare il gap sulla ricerca”.

Il ministro per le Pari Opportunità, Elena Bonetti, ha anticipato che ci sarà un investimento forte “sulle famiglie e sulla demografia, oltre che sul lavoro femminile”. I progetti non mancano. “Questi 209 miliardi di euro, li dovremo spendere bene – ha aggiunto il ministro degli Esteri Luigi Di Maio – Vedo che da quando ci sono questi soldi in ballo, da quando ci sono più soldi in Italia del piano Marshall per la ricostruzione post-Covid tutti vogliono metterci su le mani”.

L’obiettivo è chiaro. “La rigenerazione dell’economia – ha detto Conte – è un fil rouge, come auspicio perché si realizzi una più autentica forma dei rapporti tra pubblico e privato, che collochi nuovamente al centro il cittadino e la persona umana”.

(di Gianpaolo Grassi/ANSA)