L’Associazione Teatri Italiani privati scrive al premier Conte

L’ ATIP – Associazione Teatri Italiani Privati ha inviato, lo scorso 5 ottobre, una lettera al Premier Giuseppe Conte, al Ministro della Salute Roberto Speranza e al Ministro dei Beni e delle Attività̀ Culturali e del Turismo Dario Franceschini in vista dell’emanazione, nei prossimi giorni, di un nuovo DPCM che limiterebbe ancora una volta la capienza dei locali di pubblico spettacolo, fissandola indistintamente a 200, non consentendo pertanto alle Regioni di derogare tale limite in relazione all’andamento della curva epidemiologica e alla reale capienza delle sale.

L’Associazione ha voluto esortare le istituzioni ad attuare una valutazione mirata al settore teatrale privato che prendesse in considerazione la assoluta capacità dei gestori di applicare ogni regola esistente, affinché sia garantita l’incolumità dello spettatore.

Nata nel maggio scorso, l’ATIP – Associazione Teatri Italiani Privati è formata da 18 grandi teatri privati sparsi lungo tutto il territorio nazionale che, da soli, contano: 28.632 posti a sedere, 2300 giornate di spettacolo dal vivo in una stagione, 2.5 milioni di biglietti venduti, 55 milioni di euro di incasso e 5,5 milioni di IVA sui biglietti.

Proprio in virtù di questi numeri l’Associazione, presieduta da Massimo Romeo Piparo, chiede che le aziende teatrali possano essere messe in condizione di proseguire la propria attività.

Non occorre – si legge nella lettera – sottolineare ulteriormente quanto il settore dello Spettacolo dal vivo Privato, composto prevalentemente da Aziende che con grande fatica portano avanti le proprie attività teatrali e culturali assumendosi ogni onere economico, sia ad un bivio epocale: resistere o sparire”.

 “Riteniamo sbagliato – prosegue l’ATIP nel documento – non tenere conto della reale capienza delle sale e della loro conseguente possibilità di essere convertite mantenendo alta la guardia della prevenzione, garantendo il dovuto distanziamento anche ad un numero maggiore di persone. Tornare al taglio orizzontale delle capienze al fatidico numero di 200 per ogni tipo di locale sarebbe il colpo di grazia per chi sta in questo momento faticosamente cercando di rialzare la testa e rimettere in moto questo settore dell’economia. Il risultato sarebbe dirompente dal punto di vista economico e produttivo e creerebbe un numero smisurato di licenziamenti oltre la chiusura di tante Aziende private”.

 Il teatro privato non gode di copertura finanziaria da parte di Enti e Amministrazioni pubbliche o Istituzioni/mecenate e una ulteriore limitazione della capienza causerebbe gravi problemi al settore.

Lo scorso 17 settembre l’ATIP aveva già consegnato al Ministro Franceschini un manifesto programmatico operativo e propositivo in cui era racchiusa tutta una serie di interventi mirati, che avrebbero permesso alle aziende associate di proseguire la propria attività nei modi e nei limiti imposti dall’attuale emergenza sanitaria.

 “Restiamo fiduciosi – conclude l’ATIP – considerando che i tempi sono davvero strettissimi e che alcune attività di programmazione sono già state avviate (e tante altre sono pronte a partire impostate seguendo gli ultimi decreti emessi)  e che un gran numero di spettatori ha già sottoscritto abbonamenti per la nuova stagione riponendo grande fiducia nella capacità dei gestori dei Teatri di garantire la loro sicurezza”.

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