Aumenta il negazionismo in Italia, per oltre il 15% “Shoah inventata”

Ebrei con in testa il tipico kippah.
Ebrei con in testa il tipico kippah.

ROMA. – I negazionisti in Italia aumentano: in circa 15 anni chi non crede all’orrore della Shoah è passato dal 2,7 al 15,6% con un 16% che sostiene che la persecuzione sistematica degli ebrei “non ha fatto così tanti morti”. E’ agghiacciante quanto riporta una ricerca dell’Eurispes che ha voluto indagare la diffusione e le caratteristiche degli atteggiamenti di pregiudizi antisemiti.

Sempre secondo la ricerca il 37,2% del campione pensa che gli atti di antisemitismo restituiti dalla cronaca ‘sono bravate messe in atto per provocazione o per scherzo’ e il 19,8% crede che “Mussolini sia stato un grande leader che ha solo commesso qualche sbaglio”.

Secondo l’indagine il 15,6%% nega la Shoah (con un 4,5% addirittura molto d’accordo nel negarla ed un 11,1% abbastanza d’accordo), a fronte dell’84,4% non concorde (il 67,3% per niente, il 17,1% poco). Invece l’affermazione secondo cui l’Olocausto non avrebbe prodotto così tante vittime come viene sostenuto trova una percentuale di accordo solo lievemente superiore: 16,1% (il 5,5% è molto d’accordo), mentre il disaccordo raggiunge l’83,8% (con il 64,9% per niente d’accordo ed il 18,9% poco d’accordo).

Il 76% degli intervistati non crede che gli ebrei controllino il potere economico e finanziario (il 39,6% per niente d’accordo ed il 36,4% poco) non manca però chi è di questa opinione: il 23,9% (18,9% “abbastanza” e 5% “molto” d’accordo). Per il 22,2% gli ebrei controllerebbero invece i mezzi d’informazione (per il 4,3% molto, il 17,9% abbastanza), mentre i contrari arrivano al 77,7% (con un 46,4% del tutto in disaccordo).

La tesi secondo cui gli ebrei determinano le scelte politiche americane incontra la percentuale più elevata di consensi, pur restando minoritaria: il 26,4%, contro un 73,6% di pareri contrari.

Eurispes ha indagato anche gli orientamenti politici di complottisti e negazionisti: i primi si collocano di più a destra (circa il 30% di quelli che credono che gli ebrei controllino l’informazione) mentre negazionisti e revisionisti si collocano di più a sinistra (il 23,5% di quelli che non credono nella Shoah). La maggioranza di chi crede che l’influenza degli ebrei sia decisiva sulle decisioni politiche americane, secondo l’indagine Eurispes, è tra gli elettori del Movimento 5 Stelle (33,5%) e tra quelli di destra (31,8%) e centro-destra (31,8%).

Inoltre per il 37,2% del campione gli atti di antisemitismo restituiti dalla cronaca ‘sono bravate messe in atto per provocazione o per scherzo’ e del resto il 61% li ritiene atti isolati.

I cittadini più giovani però sono meno propensi a definire gli episodi antisemiti come casi isolati: lo fa meno della metà dei 18-24enni (46,7%) e sempre i ragazzi tra i 18 ed i 24 anni considerano con frequenza superiore alla media gli atti antisemiti come conseguenza di un diffuso linguaggio basato su odio e razzismo: 67,6%, a fronte di valori intorno al 60% nelle altre fasce d’età.

Sono sempre i più giovani a vedere nei reati antisemiti il segnale di una pericolosa recrudescenza di antisemitismo in Italia e non soltanto atti sporadici ed isolati: lo pensa oltre la metà (57,1%). Trova un discreto consenso presso gli intervistati l’affermazione secondo cui “molti pensano che Mussolini sia stato un grande leader che ha solo commesso qualche sbaglio” (19,8%). Con percentuali di accordo vicine tra loro seguono “gli italiani non sono fascisti ma amano le personalità forti” (14,3%), “siamo un popolo prevalentemente di destra” (14,1%), “molti italiani sono fascisti” (12,8%) e, infine, “ordine e disciplina sono valori molto amati dagli italiani” (12,7%).