L’Oms boccia il Remdesivir per scarsa efficacia

Infermiere mostra un flacone medico con Remdesivir.

ROMA. – Arriva una doccia fredda sul remdesivir, uno dei due farmaci contro il Covid-19 che era riuscito ad ottenere una autorizzazione da parte delle agenzie regolatorie e l’unico che finora sembrava dare qualche vantaggio, al punto che anche in Ue ne erano già state ordinate centinaia di migliaia di dosi.

Secondo lo studio Solidarity promosso dall’Oms, che ha analizzato questa e altre terapie nate per altri usi ma testate contro il coronavirus, il farmaco non ha nessun effetto su mortalità o durata del ricovero dei pazienti gravi. “I risultati ad interim del Solidarity Therapeutics Trial, coordinato dall’Oms, – scrive l’Organizzazione in un comunicato – indicano che il remdesivir, l’idrossiclorochina, la combinazione lopinavir/ritonavir (usata contro l’Hiv) e i regimi a base di interferone sembrano avere un piccolo o inesistente effetto sulla mortalità a 28 giorni o sul decorso ospedaliero del Covid-19 tra i pazienti ricoverati”.

Lo studio è stato condotto in 405 ospedali in 30 paesi su 11.266 adulti, di cui 2.750 hanno ricevuto il remdesivir, mentre 4.088 hanno avuto il placebo. “Il test – si legge nel comunicato – ha investigato gli effetti di questi trattamenti sulla mortalità complessiva, sull’inizio dell’intubazione e sulla durata del ricovero. Altri utilizzi delle terapie saranno esaminati in sperimentazioni diverse”.

Il remdesivir era stato approvato dall’Ema lo scorso giugno, soprattutto sulla base di uno studio condotto dal Nih statunitense secondo cui nei pazienti gravi il ricovero medio veniva ridotto da 15 a 11 giorni. E’ l’unico farmaco approvato dall’autorità fino a questo momento insieme al desametasone, e recentemente è stato usato, insieme a degli anticorpi ancora in sperimentazione, anche per il presidente Usa Donald Trump, che ne è divenuto un estimatore.

La Ue pochi giorni fa ha siglato un accordo con Gilead per circa 500mila dosi in sei mesi, impegnando secondo alcune fonti 1,2 miliardi di euro. L’azienda, riferisce il Financial Times, non è d’accordo con le conclusioni dell’Oms. “I dati appaiono in contraddizioni con evidenze più robuste che vengono da diversi studi – ha commentato Gilead al quoridiano -, che invece hanno validato i benefici clinici”.

Non è stupito invece il farmacologo Silvio Garattini. “Anche gli studi che l’Fda e l’Ema hanno preso in considerazione per l’approvazione parlavano di una riduzione di pochi giorni dei tempi di ricovero come massimo beneficio, non facevano pensare a un grande farmaco capace di risolvere la situazione – spiega Garattini -. L’esito degli studi coordinati dall’Oms conferma invece che è solo la ricerca che può dirci se una terapia funziona o no, e questo richiede tempo, ma non ci si può fermare alle impressioni”.