Ema: “L’anno del vaccino sarà il 2021”

Specialisti lavorano alla ricerca del vaccino contro il Coronavirus nel laboratorio DaAn Gene in Guangzhou, Cina.
Specialisti lavorano alla ricerca del vaccino contro il Coronavirus nel laboratorio DaAn Gene in Guangzhou, Cina. EPA/ALEX PLAVEVSKI

ROMA. – L’attesa del vaccino contro il Covid è spasmodica. Ma nonostante il lavoro senza sosta degli scienziati e i miliardi investiti, la fialetta salva-tutti non è una pozione magica e i tempi non possono essere forzati. Lo conferma l’Agenzia europea del farmaco (Ema) che indica nella primavera del prossimo anno l’arrivo del vaccino definendo “impossibile” la disponibilità entro il 2020.

“Pensiamo e speriamo che le prime dosi importanti per le popolazioni a rischio potrebbero arrivare nella primavera del 2021 con un inizio di vaccinazione importante”, ha spiegato il direttore esecutivo dell’Ema Guido Rasi, aggiungendo che da quel momento la disponibilità di dosi andrà aumentando molto rapidamente dopo l’approvazione e, se siamo fortunati, molti di quelli che vorranno essere vaccinati potrebbero esserlo per l’estate del 2021″.

Ma la somministrazione del vaccino non significherà un’immediata uscita dall’epidemia né un allentamento nell’uso della mascherina e del distanziamento : “Sarà solo l’inizio della fine della pandemia, non la fine – ha aggiunto Rasi – significa che solo dopo un anno che avremo a disposizione il vaccino vedremo la pandemia diminuire in maniera importante. E da quando sarà inoculato alle prime fasce di popolazione previste ci vorranno almeno sei mesi per vedere l’efficacia e la resa nella pratica reale, quante persone rispondono al vaccino, quanto è intenso e quanto dura “.

Rasi ha anche sottolineato che probabilmente ci saranno più vaccini: “Già due in fase di pre-osservazione, e probabilmente la prossima settimana ne arriverà un terzo. Se va tutto bene, nei primi mesi del 2021 potrebbero esserci tre vaccini approvati dall’Ema. Però tutto deve andare bene, ogni piccolo intoppo è dietro l’angolo”.

Ed è proprio di oggi la comunicazione della casa farmaceutica Pfizer che prevede per la terza settimana di novembre di chiedere l’autorizzazione per il suo vaccino anti-Covid. L’azienda è pronta a sollecitare la procedura di emergenza alla Fda statunitense se i dati della sperimentazione di questo mese saranno positivi.

Intanto l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) nell’ultimo aggiornamento della tabella sulla sperimentazione dei vaccini in tutto il mondo (15 ottobre) elenca 42 vaccini candidati in fase clinica, di cui 10 in fase 3i; 2 in fase 2; 11 in fase 1 / 2 e 19 in fase 1. La ricerca e l’applicazione clinica intanto continuano anche sul versante dei farmaci con cui vengono curati i pazienti affetti da Covid ed è la stessa Ema ad affermare che “è molto vicina la possibilità di iniziare a usare gli anticorpi monoclonali, quelli che pare abbiano usato anche alla Casa Bianca”.

(di Silvana Logozzo/ANSA)

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