Manovra anti-Covid, nuovi aiuti da Cig ad autonomi

Professionisti in un ufficio.
Professionisti in un ufficio. (Ansa)

ROMA.  – Cassa integrazione, e blocco dei licenziamenti collegato, nuovi aiuti a fondo perduto per autonomi, artigiani, commercianti, piccole imprese: con l’aumento esponenziale dei contagi la prossima legge di Bilancio, che il governo punta ancora a chiudere entro il weekend, si sta trasformando sempre di più in una nuova manovra anti-Covid.

Un nuovo vertice di governo, in stand by fino all’ultimo per gli impegni fuori Roma di Conte, dovrebbe consentire di chiudere almeno il Documento programmatico di Bilancio da inviare a Bruxelles mentre la monovra potrebbe essere varata – in un Cdm ipotizzato ancora per sabato sera – con la formula “salvo intese”, per avere il tempo per tradurre in norme gli accordi politici.

Gran parte dei 40 miliardi a disposizione, infatti, se ne andranno di nuovo, come coi decreti degli ultimi sei mesi, per interventi volti a ridurre i danni all’economia: turismo, ristorazione, negozi sono in ginocchio, e con il rischio di nuove misure restrittive si moltiplicano le grida d’allarme delle categorie.

Già l’attuale Dpcm costa 300 milioni al mese agli esercenti e un eventuale “coprifuoco”, con le chisure dei mlocali alle 21 o alle 22 manderebbe in fumo 1,3 miliardi al mese per bar e ristoranti, secondo i calcoli della Fipe Confcommercio mentre Confesercenti paventa il rischio “scomparsa” per “migliaia di attività e posti di lavoro”.

Ma il governo non vuole lasciare indietro nessuno, è il messggio che veicola il ministro Nunzia Catalfo come nei giorni più bui del lockdown: la titolare del Lavoro conferma l’intenzione di prorogare la cassa Covid “sia per le aziende che hanno iniziato prima ad utilizzarli e finiranno il 16 novembre, quindi colmando quello spazio temporale tra il 16 novembre e il 31 dicembre, sia tutte le altre, prorogando anche nei primi mesi del 2021”.

Per chi userà gli ammortizzatori, ribadisce, bisognerà “riproporre il blocco dei licenziamenti”. Catalfo conferma anche la proroga delle indennità per stagionali e lavoratori del turismo e dello spettacolo, oltre a un pacchetto pensioni con la proroga di opzione donna e  dell’Ape social, allargata ai disoccupati.

Il lavoro, assicura il ministro, può comunque “proseguire in sicurezza”: non ci dovrebbero essere, insomma, nuove restrizioni alle attività produttive ma si potrebbero rivedere i protocolli sulla sicurezza con una nuova convocazione delle parti sociali che potrebbe arrivare già nei prossimi giorni.

Accanto agli ammortizzatori in manovra ci saranno anche misure per favorire le assunzioni, dalla proroga degli sgravi per i datori di lavoro che fanno rientrare i dipedenti dalla Cig a un nuovo piano di decontribuzione per i contratti agli under 35 (per cirac 5-600 milioni). In più ci sarà la stabilizzazione del taglio del 30% dei contributi per le imprese del Mezzogiorno (oltre 5 miliardi) e la copertura strutturale del taglio del cuneo anche per i redditi tra 28mila e 40mila euro (circa 2 miliardi).

Per aiutare le imprese, però, il governo sta lavorando anche per riproporre misure di sostegno alle imprese, in forma di indennità o ristori, anche a fondo perduto, sulla falsariga di quello erogato in estate dall’Agenzia delle Entrate. Sul piatto ci sarebbero circa 3 miliardi, che sarebbero distribuiti però a partire dal prossimo anno, visto che la legge di Bilancio entra in vigore dal 1 gennaio.

Nel frattempo i tecnici del Mef e della Ragioneria, insieme all’Inps, stanno facendo una ricognizione delle risorse non utilizzate finora dei 100 miliardi stanziati contro la crisi: i fondi non spesi potrebbero infatti essere dirottati su misure che hanno esaurito il plafond, come già previsto dalle norme, per tamponare le situazioni più critiche in attesa che scattino le misure della manovra.

La novità principale per le famiglie resterà invece l’assegno unico per i figli, che dovrebbe diventare uno strumento semplice e universale, parametrato in base all’Isee ma che darà a tutti un contributo: la dote aggiuntiva per l’assegno, ipotizzata inizialmente in 6-7 miliardi, potrebbe dimezzarsi a 3-3,5 miliardi se si decidesse di farlo partire da metà anno.

(di Silvia Gasparetto/ANSA)

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