Israele: dopo un mese di lockdown crollano contagi

Due ebrei si fanno una foto con la mascherina in Israele.
Due ebrei si fanno una foto con la mascherina in Israele. (ANSA)

TEL AVIV. – Contagi in picchiata, tasso di infezione anche: Israele torna a vedere la luce. Primo Paese al mondo a richiudersi – per di più nel pieno delle feste ebraiche più importanti dell’anno – dalla mezzanotte di domenica sera 18 ottobre uscirà gradualmente da un lockdown durato quasi un mese.

Un blocco che ha suscitato infinite polemiche politiche e divisioni sociali ed ha avuto un costo economico non indifferente (quasi 200mila disoccupati). Per un certo periodo

Israele ha contato due record negativi: il più alto rapporto tracontagi giornalieri e numero di abitanti (circa 8 milioni di abitanti) ed il sorpasso degli Usa nella comparazione tra numero di morti e popolazione:  3.5 vittime per milione di abitanti, contro il 2.2 degli Stati Uniti. Ora la situazione si è rovesciata: i contagi sono scesi dal picco di 9mila al giorno agli  attuali 1.608.

Il tasso di morbilità è passato dal  15% , al 4,5%, il più basso dal luglio scorso. Diminuiscono anche  i malati gravi che sono ad oggi 713, sotto la soglia degli 800 (più volte superata nelle settimane passate) considerata la linea rossa per gli ospedali.

Il calo delle infezioni riguarda tutti i settori della popolazione,  ebrei ortodossi (haredim) compresi, nonostante tra questi la percentuale sia ancora alta. Da domenica prossima quindi Israele riaprirà gradualmente: dalle scuole primarie (anche nelle “zone rosse”), alle piccole aziende senza contatti con il pubblico, alle spiagge, ai trasporti (aerei inclusi), all’abolizione del limite di 1 chilometro per gli spostamenti da casa (via libera quindi alle manifestazioni politiche centralizzate), alle visite ad amici e parenti, al permesso per i ristoranti di servire cibo da asporto.

Pur allentando anche per gli “haredim” alcune restrizioni, il governo ha tuttavia decretato 4 giorni di lockdown aggiuntivo (da domenica 18 a mercoledì 22) per alcune “zone rosse” che dovranno quindi pazientare ancora.

“Il lockdown – ha detto il premier Benyamin Netanyahu che continua ad essere cauto sulle riaperture – è stata una decisione giusta. In un tempo breve siamo passati da stato rosso a verde. Ora l’uscita dal blocco, dopo quasi un mese di fermo, sarà lenta e graduale”.

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