Lavoro ‘in fumo’ per 219.000 autonomi in un anno

Sviluppatore di software al lavoro davanti al computer.
Sviluppatore di software al lavoro davanti al computer. (ANSA)

ROMA. – La pandemia ha tarpato le ali a migliaia di lavoratori autonomi, accanendosi (principalmente) sui giovani con meno di 39 anni e, in molti casi, ‘in fumo’ son finite le attività “ad elevata qualificazione”: fra il primo trimestre del 2019 e lo stesso periodo di quest’anno, infatti, su 841.000 posti perduti (certificati dall’Istat), 219.000 son stati quelli di coloro che svolgono mansioni in proprio, comparto “passato da 5,4 a 5,1 milioni di occupati (-4,1%)”.

E gli effetti nefasti del Covid si sono abbattuti sull’occupazione indipendente, dopo un decennio “già caratterizzato da un forte ridimensionamento”, visto che, a seguito della crisi economica globale del 2008, tra il 2010 ed il 2019 s’è assistito al loro “progressivo assottigliamento”, essendo “diminuiti da 5,7 a 5,3 milioni”.

A tirare le somme la Fondazione studi dei consulenti del lavoro, che ritiene “presumibile” che “il bilancio sia destinato ad aggravarsi nei prossimi mesi” per il protrarsi della congiuntura sfavorevole, alimentata dal perdurare della diffusione della malattia e, di conseguenza, da ulteriori misure restrittive governative.

Nei mesi di aprile e maggio, periodo ‘clou’ dell’emergenza, si legge nell’indagine, il 79% dei professionisti ha visto scendere i propri guadagni, e per il 35,8% il calo delle entrate è stato addirittura “superiore al 50%”.

A pagare il prezzo più alto una ‘fetta’ ben definita del settore, che si colloca nella fascia d’età 30-39 anni e che, probabilmente, non aveva ancora raggiunto una discreta affermazione nel mercato del lavoro: nell’arco di un anno si annoverano 110.000 autonomi in meno (sui 219.000 totali), con “una contrazione del 10,5%”, mentre la discesa è stata del 2,4% della fascia 40-59 anni e pari al 2,2% tra gli over60.

Le perdite più cospicue, in termini assoluti, ci sono state tra i piccoli imprenditori del commercio (71.000 addetti in meno, con un decremento del 7,1%), ma anche nel quadro delle professioni intellettuali ad elevata qualificazione e di quelle tecniche, che lasciano sul terreno rispettivamente 31.000 (-3%) e 39.000 (-4%) rappresentanti; male pure “gli agenti e i consulenti del campo finanziario e assicurativo (-11,5%), la filiera dei servizi alle imprese (-11,3%), dell’informazione (-11,5%) e della formazione (-14,8%)”.

A giudizio dei consulenti del lavoro, “neppure il ‘bonus’ autonomi, di cui hanno beneficiato oltre 4 milioni di soggetti, è riuscito ad arginare le ingenti difficoltà reddituali e di liquidità riscontrate dai professionisti”.

(di Simona D’Alessio/ANSA)

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