Covid, Ue: tracciamento da Italia, Irlanda e Germania

Schermo di un'Apple IPhone con la schermata dell'app Decentralized Privacy-Preserving Proximity Tracing (DP-3T) per tracciare i contagiati di COVID-19 in Germania.
Schermo di un'Apple IPhone con la schermata dell'app Decentralized Privacy-Preserving Proximity Tracing (DP-3T) per tracciare i contagiati di COVID-19 in Germania. EPA/BEN WENZ

BRUXELLES. – L’Ue affina la sua strategia di coordinamento per far fronte alla seconda ondata di nuovo coronavirus. Dopo il semaforo a quattro colori per indicare il livello di rischio di contagio nei 27 Stati membri, Bruxelles ha dato il via ad un sistema europeo di tracciamento per il coronavirus, con le app di Italia, Irlanda e Germania in grado di comunicare tra loro, e di inviare alert, in caso di situazioni di pericolo.

“Altri Paesi si uniranno presto, ha assicurato la presidente dell’Esecutivo comunitario, Ursula von der Leyen, incoraggiando tutti al loro utilizzo, perché contribuiscono ad abbattere “la catena dei contagi”.

Intanto gli ultimi dati di Eurostat indicano che in 26 Stati membri, nel 2020 si sono registrati 168mila morti in più, nelle settimane tra marzo e giugno, rispetto al numero medio dello stesso periodo nel quadriennio 2016-2019. Il numero più alto di decessi aggiuntivi si è avuto in Spagna (48.000), seguito da vicino dall’Italia (46.000), Francia (30.000), Germania e Paesi Bassi (circa 10.000 ciascuno).

I restanti 21 Stati membri hanno registrato tutti insieme quota 25.000. I dati, chiarisce tuttavia Eurostat, includono tutti i decessi indipendentemente dalle cause, ma possono essere utili per valutare gli effetti diretti e indiretti della pandemia. Il picco di 36.000 morti in più rispetto alla media quadriennale è stato raggiunto nella settimana tra fine marzo e inizio aprile, quando quasi tutta l’Ue era in lockdown. Da inizio maggio la curva è scesa.

“La lotta al coronavirus è la nostra massima priorità” , ha ribadito von der Leyen, tornata a convocare la task force dei commissari per dare risposte agli europei di fronte alla nuova emergenza, anche in termini di armonizzazione dei test e delle regole sui periodi di quarantena.

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