Anniversario Stazione Spaziale, “abitata” da 20 anni

Particolare della Stazione Spaziale Internazionale.
Particolare della Stazione Spaziale Internazionale. (NASA)

ROMA. –    Il cielo azzurro della Terra e il caos dei laboratori, dove fra i materiali e gli strumenti scientifici si affacciano i distintivi delle missioni e le foto degli amici: sono i simboli, catturati dagli scatti dell’astronauta Paolo Nespoli, della presenza dell’uomo a bordo della Stazione Spaziale internazionale, diventata ormai da 20 anni una grande casa-laboratorio. I

l 2 novembre 2000 arrivavano infatti sulla Stazione Spaziale i suoi primo inquilini: l’americano William Shepherd e i russi Yuri Gidzenko e Sergei Krikalev e aprivano la nuova pagina nella storia dell’esplorazione spaziale che avrebbe fatto della stazione orbitale un luogo di ricerca aperto a tutti e un trampolino per la new space economy, la nuova economia che sempre di più sta legando le attività industriali condotte sulla superficie del pianeta a processi e dati forniti dalla ricerca in orbita.

Pesante oltre 400 tonnellate, lunga 73 metri, larga oltre 108 e alta 20, la Stazione Spaziale ha un volume abitabile di oltre 400 metri cubi. Sfreccia intorno alla Terra alla velocità media di 27.600 chilometri l’ora dalla quota di circa 400 chilometri, è l’oggetto più grande mai costruito in orbita e il più costoso mai costruito in assoluto (le stime oscillano fra 35 e 160 miliardi di dollari) e soprattutto è un esempio unico di collaborazione internazionale, gestita com’è da Stati Uniti, Russia, Europa, Canada e Giappone.

Adesso la presenza dell’uomo a bordo è palpabile e ha portato a quella che Nespoli definisce “l’umanizzazione di un laboratorio tecnologico”. Le sue foto, esposte in una mostra a Roma organizzata da Leonardo, raccontano bene questa storia in cui la tecnologia più avanzata si intreccia con le tante storie degli uomini che hanno lavorato prima alla costruzione della struttura e poi alla manutenzione e alla gestione di centinaia di esperimenti, dal gigantesco cacciatore di antimateria Ams (Alpha Magnetic Spectrometer) che cattura i raggi cosmici fuori dalla Stazione Spaziale, alla prima insalata coltivata a bordo.

Sono 64 gli equipaggi che si sono susseguiti sulla stazione orbitale, per un totale di 242 astronauti. Fra questi cinque italiani, compresa AstroSam, la prima donna italiana ad andaré nello spazio.

In generale la Stazione Spaziale Internazionale è stata per l’Italia “una palestra straordinaria”, ha detto il presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi), Giorgio Saccoccia.

“Il nostro Paese, ha aggiunto, è stato presente fin dall’inizio di quel progetto con la costruzione dai primi moduli: i primi mattoni che hanno permesso di realizzare questa struttura straordinaria e che rappresenta cosa sia possibile fare quando si uniscono le forze a livello internazionale”.

Per l’amministratore delegato di Leonardo, Alessandro Profumo la Stazione Spaziale è un formidabile esempio di ingegno umano, industriale e tecnologico.

“Gli innumerevoli esperimenti svolti al suo interno hanno rappresentato delle sfide avvincenti per l’uomo e per l’industria del settore che ci condurranno, nel prossimo futuro, alla realizzazione di nuove strutture orbitanti sempre più lontane, a partire da quella per la Luna”.

(di Enrica Battifoglia/ANSA)

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