In orbita la missione Crew-1, è ritorno al volo Usa

Il lancio della capsula Crew Dragon della Space X nel suo primo volo operativo
Il lancio della capsula Crew Dragon della Space X nel suo primo volo operativo (NASATV)

ROMA.  – É cominciata la missione Crew-1 che per la prima volta dal 21 luglio 2011 restituisce agli Stati Uniti la capacità di portare uomini nello spazio con un suo veicolo e dal suo territorio.

Dopo la missione di prova del maggio scorso, quella che è appena partita è la prima missione operativa della capsula Crew Dragon della SpaceX di Elon Musk per conto della Nasa. A bordo il comandante americano Mike Hopkins, con il pilota Victor Glover e la specialista di missione Shannon Walker, entrambi della Nasa, e lo specialista di missione Soichi Noguchi dell’agenzia spaziale giapponese Jaxa.

Chiamata Resilienza, la capsula è stata lanciata con il razzo Falcon 9 della SpaceX dalla storica rampa 39A del Kennedy Space Center di Cape Canaveral. “Fare la storia è decisamente difficile e voi ragazzi lo avete fatto sembrare facile”, ha detto Hopkins rivolgendosi alla squadra responsabile del Falcon 9. “Ancora complimenti a tutti. La resilienza è in orbita “, ha aggiunto. A segnalare che la capsula si trovava in condizioni di assenza di peso è stata la mascotte “Baby Yoda”, ispirata alla serie Tv “The Mandalorian”.

Sembrano uscite da un film di fantascienza, un po’ vintage, anche le tute bianche e nere dei quattro astronauti. La prima missione operativa organizzata in collaborazione con i privati ha anche mandato definitivamente in pensione lo storico pulmino color argento della Nasa per sostituirlo con delle Tesla X bianche, anche queste prodotte da un’azienda di Elon Musk, con il simbolo dell’agenzia spaziale americana.

L’arrivo alla Stazione Spaziale è previsto alle 5 italiane del mattino del 17 novembre e, dopo i tempi tecnici necessari per l’apertura del portello il primo equipaggio del nuovo corso americano si unirà a quello della stazionale orbitale, del quale fanno parte l’americana Kate Rubins e i russi Sergey Ryzhikov e Sergey Kud-Sverchkov. Saranno così in sette, i componenti della Expedition 64, a vivere e lavorare a bordo del più grande laboratorio mai costruito in orbita.

I quattro astronauti della Crew Dragon cominciano così una missione di sei mesi per fare esperimenti avveniristici, come quelli basati sullo studio di batteri “mangia-roccia” che in futuro potrebbero essere utilizzati per estrarre minerali sulla Luna o su asteroidi.

Guardano al futuro anche gli esperimenti che studiano gli organi in condizioni di microgravità, in particolare il cuore. Fra i compiti dell’equipaggio anche la sperimentazione di una tuta spaziale di nuova generazione.

La missione Crew-1 “rappresenta l’ultima grande dimostrazione del cambio di paradigma della Space Economy”, ha commentato Marco Villa, primo non americano ad avere lavorato per sette anni nella SpaceX e oggi fondatore e Ceo dell’azienda specializzata in nanosatelliti Tyvak International.

Il “servizio di taxi” dello spazio appena inaugurato, ha aggiunto, “suggella di fatto l’apertura di un’era in cui enti ed agenzie governative si avvarranno sempre di più dell’iniziativa privata e dei relativi servizi”.

(di Enrica Battifoglia/ANSA)

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