L’italo-venezuelano Ruberth Morán Puleo, uno dei perni del “boom Vinotinto”

L'italo-venezuelano Morán Puleo é stato uno dei perni della nazionale di Richard Páez. foto cortesia

CARACAS – Ad inizio del XXI secolo, la Vinotinto sotto la direzione del dottor Richard Páez é passata da essere lo sparring-partner del girone Conmebol ad un sassolino nella scarpa per tutti, capace di ribattere colpo ai suoi avversari in qualsiasi momento. Uno dei perni di questa nazionale é stato l’italo-venezuelano Dickson Ruberth Morán Puleo.

“Ho iniziato a giocare nel rione Los Sauzales con i miei amici, molti di loro più grandi di me. Mi divertivo a giocare nei corridoi e nei campetti del rione. Quando avevo 8 ani, fui preso sotto l’ala protettrice del prof Miguel “El Mono” Rivas ed iniziai a giocare con il Guillermo Soto Rosa Fútbol Club fino ad arrivare tra i professionisti”.

Da quando era piccolo, il campione nato a Mérida l’11 agosto 1973, si é mostrato sempre disciplinato. Durante la chiacchierata telefonica, il giocatore di origine siciliana, ci ha raccontato com’erano gli allenamenti ai suoi tempi.

“Erano completamente diversi da quelli di oggi, c’era tanta passione e poco profesionalismo. Fortunatamente sono sempre stato disciplinato e dovevo esserlo per tutti quelli che mi circondavano. Se non lo fossi stato, non sarei arrivato tra i professionisti. E così ho scalato tutte le categorie minori fino all’esordio in prima squadra. Ma non c’era la preparazione in palestra, forse questa situazione ha condizionato il mio stato físico in alcuni momenti. Sono sicuro che se ai mieti tempi ci fosse stata una preparazione come quella attuale alcuni infortuni non sarebbero arrivati. Forse ancora starei giocando (risate)”.

Il “merideño”ci ha confessato che suo padre, calcisticamente parlando, é stato Miguel Ángel Rivas, noto con il soprannome di “El mono Rivas”. “Oltre a lui, ho avuto la fortuna di avere come prof personaggi della taglia di Amenodoro Dugarte: lui mi ha insegnato ad apprezzare il calcio ben giocato, é un marchio di fabbrica del calcio andino. Sempre con vocazione ofensiva. Loro non solo sono stati allenatori, ma sono stati uomini che ci hanno insegnato valori umani e ad essere competitivi”.

Nel 1993, Dickson fece il salto in Primera División con la maglia dell’Estudiantes de Mérida. “In quella stagione, gli accademici erano sommersi in una crisi, ma questo non faceva svanire i sogni di gloria di un giovane che voleva fare bene con la maglia della sua squadra del cuore davanti al proprio pubblico. L’esordio é stato indimenticabile! Quel giorno iniziò anche la mia carriera in un nuovo ruolo in campo, il giorno del mio esordio mi sono trasformato da centrocampista in attaccante. Ruolo nel quale poi sono diventato noto”.

Durante la sua carriera ha vestito le maglie di Estudiantes de Mérida, Atlético Zulia, Deportivo Táchira, Deportivo Italia, Minerven (come rinforzo per Libertadores) ed Unión Atlético Maracaibo. A livello internazionale in Spagna con il Córdoba, in Colombia con Atlético Bucaramanga e Cúcuta Deportivo, in Argentina con Argentinos Junior ed in Norvegia con l’Odd Grenland.

Nella stagione 1999, Ruberth Morán Puleo era nella rosa dell’Estudiantes de Mérida, club che riuscì ad arrivare fino ai quarti di finale della Coppa Libertadores dove affrontò il Cerro Porteño e solo un rigore polemico all’ultimo minuto gli impedì di giocare le semifinali ai supplementari. In quell’edizione della Libertadores Morán Puleo, grazie alle sue 5 reti, chiuse in vetta alla classifica dei goleador in coabitazione con Víctor Bonilla del Deportivo Cali, Fernando Baiano del Corinthians, Gauchinho del Cerro Porteño, Rubén Sosa del Nacional de Uruguay e Martín Zapata del Deportivo Cali.

“Ai miei tempi, il calcio venezuelano era più informale, anche se lentamente stava evolvendo. Penso che noi siamo un po’ responsabili del fatto che adesso i club ed il calcio locale abbiano dato una svolta, grazie al gruppo che era riuscito a formare con la Vinotinto il prof Richard Páez”.

L’italo-venezuelano fece il suo esordio con la nazionale del Venezuela nell’amichevole disputata il 27 marzo del 1996 contro il Guatemala in trasferta. Con la Vinotinto, Morán ha disputato 66 gare ed ha segnato 15 reti. Come abbiamo detto in precedenza, il campione di origine siciliana fece parte del gruppo del denominato “Boom Vinotinto”. Quella nazionale riuscì in appena otto mesi a portare a casa risultati impensabili. Prima dell’arrivo di Richard Páez, la nazionale aveva un bottino di 3 vittorie, 7 pareggi e 53 sconfitte. Quando arrivò Páez, in otto gare portò a casa 4 vittorie (in maniera consecutive) e 4 ko.

L’italo-venezuelano fece il suo esordio con la Vinotinto nell’amichevole disputata il 27 marzo del 1996 in Guatemala. foto cortesia

Durante la sua carriera, Morán Puleo ha avuto la fortuna di conoscere grandi campioni nello spogliatoio ed in campo. “Per me tutti erano stelle, rimanevo imbambolato a guardarli, sono stato anche raccattapalle di alcuni di loro. Ricordo di aver condiviso il campo con: Stalin Rivas, Ildemaro Fernández, Chuy Vera, Ricardo Milillo, Félix Hernández, Rafael Dudamel, Guacharaca Baena, Leo González, Pocho Echenaussi, José Luis Dolgetta, Rodrigo Soto, Juan García, Rafael Castellin, Héctor Rivas, Edson Rodríguez, Franco Rizzi, Noel Sanvicente, Diony Guerra, Laureano Jaimes, Jose Manuel Rey, Gabriel Urdaneta, Manuel Sanhouse, Webens Princime ¨Itala¨, Motores Hernández, Jean Roland, e tanti altri. Posso dirti che mi sento fortunato di essere stato compagno si squadra di loro”.

Nel calcio, i risultati sono imprevedibili, non si sa mai quando ci sarà uno “sgambetto” o un risultato improbabile. Il 14 agosto 2001, l’italo-venezuelano era in campo nella storica vittoria 2-0 della Vinotinto contro l’Uruguay a Maracaibo in una sfida valevole per le qualificazioni verso il mondiale Corea-Giappone.

“Ci sono tante gare e tante storie da raccontare. Ma quella sfida con l’Uruguay a Maracaibo é indimenticabile. Io venivo da 8 mesi senza giocare a causa di un infortunio al ginocchio destro. Essere tra i convocati, entrare e segnare é un’emozione indescrivibile. Lí iniziò l’era del boom vinotinto e per me fu una svolta, un sorta di seconda giovinezza”.

Morán Puleo ha disputato 66 gare ed ha segnato 15 reti. foto cortesia

Cosí come ci sono gare indimenticabili, ci sono anche dei match che Ruberth Morán Puleo vorrebbe cancellare con il bianchetto. “Sono state tante le esperienze: positive e negative. Queste mi hanno insegnato che dovevo lavorare sodo ed il lavoro di squadra era importante. Se ti devo dire una gara che vorrei cancellare e ripetere, anche se non l’ho giocata, é Venezuela-Cile a San Cristóbal. Quella gara era valevole per il mondiale Germania 2006 ed abbiamo perso per 0-1. Con quella sconfitta svanirono le nostre possibilità di approdare alla kermesse iridata”.

In carriera, l’attaccante di origine siciliana ha avuto allenatori del calibro di Richard Páez, Carlos Horacio Moreno, Miguel Ángel Rivas, Chuy Vera, quest’ultimo definito da lui stesso come uno dei suoi grandi maestri.

Dopo aver appeso gli scarpini al chiodo ha lavorato come asistente di Juan Carlos Babío, del Míster Jesús “Chuy” Vera di quel Zamora che sorprese tutti nella stagione 2010-11 arrivando in finale della Coppa Venezuela e vincendo il Torneo Clausura. Poi Ruberth Morán Puleo diventò allenatore del Deportivo Anzoátegui nella stagione 2014-2015. Nel 2016, finalmente si avverò il sogno di sedersi sulla panchina dell’Estudiantes de Mérida.

(di Fioravante De Simone)