Unicef: “Adolescenti resilienti e ambientalisti, ma la Dad stressa”

Adolescente segue le lezioni a distanza davanti ad un computer.
Adolescente segue le lezioni a distanza davanti ad un computer. (ANSA)

ROMA. – Un occhio puntato all’ambiente, la convinzione che un sistema sanitario gratuito ed efficiente sia indispensabile, contenti della loro vita, digitali quanto basta ma stressati dalla dad. È il ritratto che emerge dal rapporto Unicef ‘The future we want’- Essere adolescenti ai tempi del Covid-19, nato per conoscere come l’emergenza sanitaria abbia cambiato la percezione che gli adolescenti in Italia hanno del loro benessere, l’impatto che il COVID-19 ha avuto nelle loro vite e le lezioni apprese per un futuro più equo e sostenibile.

Unicef ha intervistato 2.000 giovani tra i 15 e i 19 anni e quasi la metà di loro pensa che il digitale li abbia uniti durante il lockdown, perché senza sarebbero stati più isolati, ma uno su tre ha dubbi in proposito e uno su 5 pensa invece che li abbia divisi, perché non tutti hanno avuto le stesse possibilità di accedere alle tecnologie e alla connessione; per quanto riguarda la didattica a distanza, quasi 6 adolescenti su 10 non si sono trovati in difficoltà con la digitalizzazione, ma 1 su 3 sì.

Più di 6 studenti su 10 hanno comunque dichiarato che la digitalizzazione ha creato stress nello studio. Tra le cose che i ragazzi apprezzano della scuola ai tempi del covid, la maggiore flessibilità degli orari e partecipazione nella definizione del calendario con gli insegnanti (58%), seguita da classi di recupero per chi è in difficoltà (37%).

Solo un adolescente su 4 vorrebbe continuare a mantenere alcune sessioni di didattica a distanza. Per aiutare gli studenti in difficoltà economiche, un adolescente su 3 vorrebbe più borse di studio e l’integrazione del bonus cultura. Inoltre emerge che il 65% degli adolescenti pensa che un sistema sanitario pubblico, gratuito e accessibile a tutti sia indispensabile per mantenere un buono stato di salute.

Per quasi 4 adolescenti su 10, poi, i fattori ambientali che agiscono sulle cause delle epidemie sono da tenere in stretta considerazione per la salute pubblica; per la metà degli adolescenti, anche la promozione di una corretta alimentazione e di stili di vita più sani, che dovrebbe avvenire anche a scuola, è considerata prioritaria per il benessere fisico.

Ben l’87% degli adolescenti propone come comportamento virtuoso da mantenere anche dopo l’emergenza la diminuzione dell’inquinamento riducendo i consumi. Gli adolescenti che vivono in Italia si dichiarano soddisfatti della vita in generale – attribuendo 6,5 su una scala da 1 a 10. Supera di poco il 6 il benessere economico. Sotto la sufficienza la salute (5,9), nella cui valutazione pesa la percezione di insicurezza e fragilità legata alla pandemia.

L’ambiente in cui gli adolescenti vivono è l’aspetto di cui sono più soddisfatti, valutato con un 8,1, anche la famiglia è uno degli aspetti su cui gli adolescenti sono più soddisfatti (7,6). Un adolescente su 3 pensa che le relazioni con famiglia e conviventi durante il lockdown siano migliorate; tuttavia, un 16% dei rispondenti al sondaggio ha registrato un peggioramento dei rapporti familiari.

Emerge anche un dato allarmante: il 64% degli adolescenti, significativamente il 73% delle ragazze e il 53% dei ragazzi, pensa che casa (o il posto in cui si vive) non sia per tutti un luogo sicuro. In linea con il dettato della Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, con questo rapporto Unicef si fa portavoce delle istanze degli adolescenti emerse dal sondaggio e chiede al Governo, ai Ministeri competenti, alle Regioni, ai Comuni e alle Organizzazioni della società civile.

Il rapporto Unicef è al link https://www.unicef.it/Allegati/FutureWeWant_Report_finale.pdf

(di Simona Tagliaventi/ANSA)