Partorisce in casa guidata al telefono: “Inno alla vita”

Un'ambulanza del 118 all'esterno del Pronto Soccorso dell'ospedale S.Martino di Genova.
Un'ambulanza del 118 all'esterno del Pronto Soccorso dell'ospedale S.Martino di Genova, 1 agosto 2018. Si registra maggiore afflusso di pazienti ma nessuna criticita' particolare. ANSA/LUCA ZENNARO

GENOVA. – Aveva fretta Emanuele. Talmente tanta che ha deciso di venire al mondo senza lasciar tempo al papà di accompagnare la mamma in ospedale. E così il parto è avvenuto in collegamento telefonico con l’ostetrica del Policlinico San Martino di Genova, mentre il medico del 118 raggiungeva la casa della famiglia giusto in tempo per aiutare l’uscita al mondo del piccolo.

“Una bella storia”, sintetizza il presidente della Liguria Giovanni Toti. “in questi giorni di emergenza un vero inno alla vita e alla speranza che fa bene al cuore”. “Faccio la programmatrice elettronica. ma non tutto si può programmare…”, ha raccontato al Secolo XIX Sonia D., 35 anni, diventata mamma per la seconda volta sabato sera.

Si sono rotte le acque e Emanuele si è affacciato sul mondo prima del previsto, lasciando al papà Luca solo il tempo di attaccarsi al telefono in attesa del 118. “Eravamo a termine della gravidanza, mio marito aveva portato il fratellino Francesco dai nonni per il giorno del parto che sarebbe dovuto avvenire al San Martino – ha raccontato la neo mamma genovese -. Erano iniziate le contrazioni ma nulla lasciava pensare che il momento fosse imminente, la mia ginecologa aveva detto che il bambino sarebbe nato nel giro di qualche giorno”.

“Il marito della signora è stato bravissimo, si è messo in contatto con noi al San Martino, raccontandomi minuto per minuto quello che stava accadendo”, ha raccontato l’ostetrica Marta Armisano del Policlinico. Quando il capo del bimbo era ormai completamente fuori, il medico del 118 Walter Serain lo ha estratto completamente e si è sentito il primo rassicurante vagito di Emanuele, oltre 4 chili di peso.

“In un anno così terribile, finalmente una storia finita bene”, ha commentato Armisano. “Quando lo abbiamo concepito la situazione non era questa – hanno raccontato anche i genitori – l’unico desiderio è che possa avere una vita felice”.

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