Natale senza Amazon, la Francia con i piccoli negozi

Vetrine a tema Natalizio e sconti particolari per incentivare lo shopping in tempo di lockdown.
Vetrine a tema Natalizio e sconti particolari per incentivare lo shopping in tempo di lockdown. Ansa/ Paolo Salmoirago

PARIGI. – Meglio rinunciare per una volta a Babbo Natale che vedersi recapitare dal rider buste e pacchetti tutti uguali, con la freccia nera di Amazon. La Francia in lockdown prenatalizio – e che per le feste può sperare tutt’al più in un alleggerimento della stretta – si unisce in una parola d’ordine subito diventata hashtag, #NoelsansAmazon (NatalesenzaAmazon).

Per i francesi, da sempre sensibili alla tradizione, al made in France, e ostili ai nuovi giganti web statunitensi, non è stato difficile ritrovarsi in una battaglia comune, stavolta dedicata principalmente ai piccoli commercianti. Una categoria particolarmente in sofferenza, soprattutto quelli discriminati in quanto inseriti nella categoria “non essenziali”.

In prima fila le librerie, che hanno ottenuto la chiusura – e quindi la concorrenza – almeno dei reparti libri di ipermercati e grandi magazzini dell’elettronica come Fnac. A firmare la petizione online – dietro la capofila Anne Hidalgo, sindaca di Parigi – ci sono deputati ecologisti e di sinistra, la Confcommercio di Francia, il sindacato librai e Greenpeace, per nominare soltanto alcune delle tante organizzazioni che stanno cofirmando in queste ore.

Da ieri si è arrivati a quota 14.000 firme, nonostante non sia da sottovalutare la quantità non indifferente di messaggi – soprattutto di ragazzi – che difendono a spada tratta Amazon, entrato ormai di prepotenza nella vita quotidiana delle famiglie.

In testa al corteo dei firmatari ci sono senz’altro i tanti – soprattutto nella Parigi dei ‘bobos’, i radical chic – che affermano di essere “da sempre contrari ad Amazon”, autori di un boicottaggio fin dalle origini. La lunga battaglia che ha visto opposte le autorità francesi ai giganti del web per ottenere l’imposizione fiscale nazionale nei loro confronti ha fornito ulteriori motivi di credere in questa battaglia.

“Caro Babbo Natale – si legge nella petizione – quest’anno ci impegniamo a un #NoelSansAmazon”. Si chiede di scegliere il “negoziante all’angolo”, il commerciante di quartiere, e a Santa Claus di far trovare “sotto al nostro albero” un bel pacchetto pieno di leggi che frenino lo sviluppo della piattaforma di vendite online più celebre del pianeta ma anche gli altri “briganti del web”.

“Servono leggi utili alla nostra economia e non ad aumentare ancora di più la ricchezza già delirante di Jeff Bezos” e “soprattutto, leader politici che non abbiano paura di affrontarlo”.

In Francia, il secondo lockdown – meno rigido del primo e in vigore fino al primo dicembre – prevede la chiusura dei negozi “non essenziali”. Per alcuni di essi è possibile effettuare il servizio ‘click and collect’, prenotando l’acquisto da casa e presentandosi solo per ritirarlo fuori dal locale di vendita. In queste ore è forte la pressione sull’esecutivo per anticipare la riapertura dal primo dicembre al 27 novembre, in occasione del Black Friday.

In Italia è stato Matteo Salvini a rilanciare l’iniziativa francese. “Natale senza Amazon, favorendo gli acquisti nei negozi, che cosa ne pensate?”, ha scritto il leader della Lega su Twitter allegando la petizione d’Oltralpe. “Tra un anno – ha aggiunto Salvini – potremo avere le città deserte, i negozi chiusi e la vita sul click. Amazon rispetti le norme fiscali e giuridiche che rispettano tutti i negozianti italiani”. Preoccupazioni simili nei giorni scorsi sono state sollevate anche da Confesercenti e Codacons.

(di Tullio Giannotti/ANSA)