La mortalità aumenta del 23% in molte città dopo l’estate

Medici ed infermieri nel reparto di terapia intensiva dell'ospedale Policlinico Tor Vergata
Medici ed infermieri nel reparto di terapia intensiva dell'ospedale Policlinico Tor Vergata, in una immagine dell'11 aprile 2020. ANSA/ANGELO CARCONI

ROMA. – Nonostante un primo rallentamento nella crescita dei casi di Covid in Italia, resta esponenziale l’incremento dei decessi. Ma a essere imputabili alla pandemia sono anche tante altre morti avvenute per altre cause, in qualche modo collegate allo tsunami provocato dal Sars-CoV-2.

A cercare di fare luce è il monitoraggio ‘Andamento della mortalità nelle città italiane in relazione al Covid’ che mostra, a ottobre un incremento di mortalità del 22% in media nelle città del Nord e del 23% in quelle del Centro-Sud, ma con picchi significativi in diverse città, come Roma, Genova, Torino e Palermo.

Il sistema di monitoraggio settimanale, realizzato dal Dipartimento di Epidemiologia della Regione Lazio, per conto del ministero della Salute, nato 15 anni fa per valutare la mortalità causata dalle ondate di calore, è da tempo utilizzato per capire l’impatto dell’influenza stagionale e ora anche per “disporre di dati tempestivi in una fase di rapida evoluzione dell’epidemia Covid”.

Per i 32 Comuni inclusi nel monitoraggio, la mortalità giornaliera (ovvero i residenti deceduti) viene confrontata con quella dell’analogo periodo dei 5 anni precedenti (che rappresenta il valore atteso). I dati dei mesi scorsi, si legge, “mostrano il forte incremento della mortalità osservata durante la prima fase dell’epidemia di Covid-19, la successiva riduzione” nei mesi estivi, caratterizzati anche da una riduzione dei contagi da coronavirus e “infine il rapido incremento dei decessi delle ultime settimane”, in parallelo con l’inizio della seconda ondata.

In particolare, per la settimana 28 ottobre-3 novembre “si conferma il trend in crescita”, soprattutto a carico degli over 65 e degli over 75, “osservato a partire da metà ottobre in diverse città del Nord (Torino, Genova, Milano) e del Centro Sud (Roma, Bari, Palermo). Da fine ottobre aumento anche a Bologna, Firenze, Perugia, Cagliari e Catania”.

Ad esempio, nel mese di ottobre a Roma, i deceduti sono stati 2561 a fronte dei 1991 attesi, con un incremento del 29%; a Torino ci sono stati 914 deceduti a fronte dei 692 attesi, con un incremento del 32%. A Genova 851 morti a fronte dei 616 attesi, pari al +38%, a Palermo sono stati rispettivamente 590 e 465, con un aumento del 27 %. Non tutti sono attribuibili al Covid ma in modo diretto o indiretto, una buona parte.

Come ha mostrato per la prima ondata uno studio condotto insieme all’Istituto Superiore di Sanità (Iss), sulla base del monitoraggio della mortalità Covid e pubblicato su BMC Public Health per capire quanti sono stati provocati direttamente dal Sars-Cov-2 e quanti lo sono stati in modo indiretto, ad esempio per la riduzione dell’assistenza sanitaria, per le mancate terapie oncologiche o per la reticenza delle persone di andare in pronto soccorso per paura di un contagio.

Intanto i morti direttamente causati dal Covid continuano a crescere. Nella settimana dall’11 al 17 novembre, secondo il monitoraggio della Fondazione Gimbe, il numero è cresciuto del 41,7%: sono stati infatti 4.134 rispetto a 2.918 della settimana precedente.

L’effetto delle misure di restrizione sui decessi, sottolinea l’immunologa dell’Università di Padova Antonella Viola, “nonostante il rallentamento della crescita dei casi purtroppo arriverà a distanza di un paio di settimane perché quelli di oggi sono l’effetto dei contagiati di un mese fa”.

(di Livia Parisi/ANSA)

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